Ama cerca al suo interno autisti e netturbini che lavorino la domenica quando i turni sono più duri. Lo straordinario pagato dalla municipalizzata – in media sopra i 100 euro – non è più un richiamo sufficiente e si sta assistendo a un fuggi fuggi generale. Nelle ultime settimane l’azienda si ritrova con la metà del personale disponibile nella quale l’azienda è facilitata dalla chiusura degli uffici, ma deve però raccogliere – con servizi dedicati – la spazzatura prodotta da locali e clienti nelle zone della movida. Una situazione che finisce per far saltare alcuni giri di ritiro nelle stesse domeniche e che rallenta quelli in programma nei giorni all’inizio della settimana perché c’è da recuperare, cioè ritirare, quanto non si è potuto portare via nel weekend. Nonostante gli sforzi per rafforzare lo spazzamento o le attività di lavaggio delle strade, Ama deve fronteggiare una disponibilità limitata dei mezzi nella sua flotta (circa il 35 per cento sconta lunghissime manutenzioni); il dover conferire una parte sempre più consistente dei rifiuti raccolti nella Capitale in siti lontani da Roma; l’assenza di impianti propri, in attesa dell’apertura del futuro termovalorizzatore di Santa Palomba o dei biodigestori previsti a Casal Selce e Cesano.