Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 3 Ottobre 2023: “Guerra in Ucraina, a Roma una conferenza internazionale per la pace.”
Ucraina, una conferenza per la pace
“Per mesi la parola pace è stata tabù nel dibattito politico, almeno qui in Italia, e per chi la auspicava era pronta l’etichetta di essere filorusso e insensibile alle sorti del popolo ucraino: un automatismo, alimentato dalla politica e da una parte della stampa che ha riservato lo stesso trattamento anche a Papa Francesco che, come la Sua Chiesa, ha sempre propugnato la pace, qualunque fosse la guerra.
Poi, quando si è capito che i tempi del conflitto in Ucraina sarebbero stati più lunghi e il sostegno dell’opinione pubblica alla linea militare ha iniziato a calare, ecco che sui media e nei talkshow si è fatta strada in modo timido anche un’altra ipotesi: sarà mai possibile arrivare ad una soluzione non militare del conflitto? Certo, poca roba rispetto a quando il pacifismo era una voce presente nel dibattito del paese ed era capace di muovere manifestazioni e proteste di piazza: erano altri tempi, si dirà… anche se stiamo parlando comunque di questo terzo millennio apertosi con le guerre in Iraq e in Afghanistan e con la gente che ancora scendeva in strada e il no alle armi era considerata una posizione controcorrente ma rispettata e consapevole.”
La pace secondo il Vaticano
“A ormai 2 anni dall’invasione russa in Ucraina, allora, si parla di pace ma quasi non credendoci… anzi: gli stessi esperti di geopolitica e strategie militari che in quasi due anni avevano pronosticato progressi lampo a favore di Kiev, oggi ammettono che il cessate il fuoco per via diplomatica sarebbe impossibile e rilanciano. La guerra finirà solo per collasso di uno dei due paesi o di entrambi.
E cosi mentre Russia e Ucraina a fasi alterne e ponendo reciprocamente condizioni si dicono pronte al dialogo, l’unica soluzione diplomatica effettivamente sul tappeto resta quella del Vaticano al di là dei tentativi condotti qua e là da alcuni improbabili mediatori come la Turchia o la Cina. Con gli Stati Uniti sempre meno interessati a sostenere Zelensky e a continuare a inviare nuove armi, l’Europa potrebbe prendere l’iniziativa e provare a mediare. Ma al momento è una speranza vana.”
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