Picchiata, violentata, tenuta in ostaggio delle manie di controllo, fino alle minacce di morte: “se mi lasci ti ammazzo“. Una spirale di violenze fisiche ed emotive durata poco più di due mesi che si è interrotta dopo l’ennesimo atto brutale. Presa a pugni in pancia e minacciata “ti butto nelle cave“.
E’ finito agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico un 21enne italiano, incensurato accusato di violenza sessuale, lesioni personali aggravate e atti persecutori nei confronti della fidanzata 26enne. Ad eseguire la misura cautelare lo scorso 20 settembre sono stati gli investigatori del Commissariato Distaccato di Tivoli, coordinati dal “Gruppo uno” della Procura tiburtina.
Violenta e tenta di strangolare la fidanzata: l’incubo durato due mesi
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti durante la relazione durata circa due mesi, l’indagato, per motivi di gelosia l’ha sottoposta ad un continuo controllo arrivando a sostituirsi a lei sui social e controllando anche le chat con gli amici. L’avrebbe inoltre seviziata con violenze e costrizioni, millantando conoscenze malavitose e minacciando di far del male a lei e ai suoi genitori qualora l’avesse lasciato o denunciato.
Intimidazioni che hanno terrorizzato la vittima riducendola a subire in silenzio ogni tipo di brutalità. Gli investigatori hanno ricostruito un quadro agghiacciante: violenze fisiche, sputi sul volto, colpi di bottiglia, lesioni con una lametta sino a dover sopportare per ben due volte tentativi di strangolamento. In diverse occasioni la vittima sarebbe stata costretta a consumare rapporti sessuali contro la sua volontà per le continue minacce di ulteriori violenze fisiche.
L’aiuto delle amiche della giovane vittima
Sono state le amiche della vittima ad accorgersi che quella relazione aveva qualcosa di “anomalo” vedendo che la ragazza si stava sempre più allontanando da loro. Sui social aveva smesso di interagire con diversi amici, soprattutto quelli di sesso maschile, cancellando le varie fotografie nelle quali era in compagnia dei suoi compagni. Secondo gli investigatori anche le varie chat della donna, con le quali interagiva con le sue amiche, erano passate nella diretta gestione del fidanzato, che avrebbe avuto il pieno controllo del telefono cellulare, degli account e dei “profili social” della ragazza.
Nell’ultimo incontro pugni e minacce: “Se mi lasci ti ammazzo”, “ti butto dentro le cave”
Nonostante l’incubo che stava vivendo la ragazza ha tenuto tutto per sé. Supportata e spronata dalle amiche allo scuro del tenore delle violenze, ha deciso di porre fine alla relazione. La vittima ha quindi organizzato in un parco l’incontro con il fidanzato per dirgli che era finita, sorvegliata a distanza dalle sue amiche. L’indagato però, alla guida dell’auto della ragazza, non si è diretto nel parco ma in una località isolata nel comune di Guidonia Montecelio dove, ancora una volta, l’avrebbe picchiata con pugni allo stomaco, minacciandola di “ammazzarla” e di “buttarla dentro le cave” se lei lo avesse lasciato.
Poi l’ha accompagnata indietro. La giovane vittima però, approfittando di una sua distrazione, è riuscita a fuggire con l’auto fino ad arrivare a casa dove, ancora terrorizzata e dolorante per i colpi ricevuti, ha trovato la forza di raccontare tutto ai suoi genitori e alle sue amiche che nel frattempo l’avevano cercata ovunque.
Hanno quindi raccolto le prove della violenza fotografando tutte le lesioni sul corpo ed accompagnandola presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove, dopo le medicazioni è stata dimessa con diversi giorni di prognosi. Da qui la denuncia al Commissariato di Tivoli e l’inizio delle indagini che hanno portato all’arresto del ragazzo.