Qui la copertina della puntata di Extra dedicata al tema di bimbi in affido.
“Prima del 2019, il tema degli affidi di minori era pressoché sconosciuto all’opinione pubblica e ignorato da politici e media pur essendo un’istituzione dello stato italiano in vigore già dal 1983: è di quell’anno infatti la prima legge varata per disciplinare l’affido familiare, un provvedimento temporaneo per tutelare bambini e ragazzi minori che si trovano in situazioni di instabilità familiare e che vengono affidati ad altre famiglie o ad una comunità di assistenza pubblica.
Ma la mattina del 27 giugno del 2019 esplode un caso giudiziario destinato a tenere banco per mesi su giornali e televisioni e ad entrare nell’immaginario collettivo con il nome della località di Bibbiano, comune della provincia di Reggio Emilia cui facevano riferimento altri centri dell’Unione dei comuni del Val d’Elsa: qui la procura aveva aperto un’inchiesta per far luce su una nutrita serie di denunce per abusi sessuali e violenze ai danni di minori registrati dei servizi sociali di quei sette comuni.
Il sospetto degli inquirenti era che – dietro a denunce e relazioni falsificate e attraverso tecniche di manipolazione ai danni dei bambini – amministratori locali, funzionari dei servizi sociali, psicologi e consulenti di una cooperativa sociale, ci fosse in realtà il tentativo di togliere deliberatamente a famiglie incolpevoli i figli per affidarli ad altre famiglie. Complice l’argomento molto sensibile, l’inchiesta deflagrò e il caso Bibbiano divenne anche terreno di un feroce scontro politico da prima serata contribuendo però anche a gettare un’ombra di pregiudizio e di diffidenza sui criteri di intervento delle istituzioni che regolano le procedure dell’affido.
Poi come sempre accade in Italia, i riflettori del clamore si sono spenti ma il marchio Bibbiano è rimasto scolpito nell’immaginario collettivo come il luogo dove tolgono i bambini: in attesa che il processo arrivi a sentenza e permetta di stabilire una verità giudiziaria che confermi o ridimensioni la gravità dell’accaduto, la vicenda però ha messo in discussione il sistema dell’affido temporaneo sollevando il dubbio che sia necessario rivedere norme, procedure e responsabilità di quanti – dai servizi sociali ai tribunali per i minori – hanno il compito di vagliare storie drammatiche e di sofferenza per poi decidere il futuro dei bambini.”
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