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Caso Orlandi-Gregori, voto rinviato per la commissione d’inchiesta. La reazione di Pietro

Quel 1983 è stampato nelle menti di tutti e ancora oggi, dopo 40 anni, i nomi di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori fanno sobbalzare gli animi. La Camera dei deputati il 23 marzo scorso aveva fissato all’unanimità il termine di 4 anni per l’operatività dell’organismo d’indagine sul caso Orlandi-Gregori. A quel giorno però il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi non aveva ancora accusato televisivamente il papa, come avvenne nei giorni successivi, alludendo a delle «uscite serali di Karol Wojtyla con due monsignori, non certo per benedire le case».

Questo ha di certo portato sconcerto ai vertici della Chiesa e con una conseguente ricaduta politica. Ecco la modifica del testo base approvato già a Montecitorio se la maggioranza decidesse di dare l’ok. «Al comma 1, sostituire le parole: “per la durata della XIX legislatura” con le seguenti: “per la durata di due anni”».

C’è anche un secondo emendamento praticamente identico con una durata di 3 anni che il senatore Costanzo Della Porta di FdI ha previsto come piano B.

Sul calendario il voto sui due emendamenti non si vedrà prima dell’ultima settimana di maggio.

I 5Stelle dicono no

«Le notizie secondo le quali nella maggioranza si starebbe pensando di modificare al Senato il testo per dare il via libera alla commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono un pessimo segnale per le loro famiglie e per il Paese. È impensabile che i correttivi allunghino l’iter per l’approvazione della commissione al fine di mozzarne la capacità di arrivare a verità e giustizia. Le storie di Emanuela e Mirella hanno minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Dare risposte su quanto accaduto è un dovere al quale il Parlamento non deve sottrarsi», ha dichiarato il capogruppo M5S alla Camera, Francesco Silvestri, presentatore del testo ora a Palazzo Madama.

La reazione di Pietro Orlandi

La paura di Pietro Orlandi invece è un’altra. «Ho il timore che ci sia la volontà di rallentare le cose». Il fratello di Emanuela Orlandi rende nota anche un’altra cosa. «Il 26 aprile avrei dovuto incontrare il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – ha detto a LaPresse –  per organizzare una manifestazione in Campidoglio per i quarant’anni dalla scomparsa di mia sorella Emanuela. Poi mi è stato detto che l’appuntamento era stato rinviato, e mi hanno fatto sapere dalla segreteria del sindaco che “per quanto riguarda il quarantennale, il Comune ha deciso di soprassedere in vista del Giubileo”, anche se sarà nel 2025. Alla fine, dopo mie richieste, amichevolmente mi hanno spiegato che lo stop era dovuto a quelle dichiarazioni che mi erano state attribuite su Giovanni Paolo II».

(S)

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