Sciopero trasporti Roma 8 marzo, chiusa la metro A: a rischio bus e tram

Sciopero dei mezzi pubblici a Roma oggi mercoledì 8 marzo nella Giornata internazionale per i diritti delle donne. Dalle 8.30 è chiusa la metro A mentre restano attive la linea B e la ferrovia Termini-Centocelle con possibili riduzioni di corse. Regolare il servizio della metro C. Restano a rischio i mezzi di superficie: possibili stop o interruzioni di corse per bus (anche periferici) e tram. Lo comunica Infoatac. La protesta coinvolge i dipendenti di Atac e Roma Tpl, non quelli di Cotral: le ferrovie Metromare e Roma Nord, viaggeranno quindi regolarmente. 

Cub trasporti segreteria nazionale ha aderito allo sciopero generale nazionale di 24 ore proclamato dalla confederazione Slai Cobas per la giornata di mercoledì 8 marzo 2023.

Orari fasce di garanzia

Nel rispetto delle fasce di garanzia previste per legge, i trasporti saranno assicurati da inizio servizio alle 8.30 e poi dalle 17 alle 20. Lo sciopero interesserà anche i collegamenti eseguiti per conto di Atac da altri operatori in regime di subaffidamento. Per il servizio notturno, sarà garantito il servizio delle linee bus notturne (linee la cui denominazione inizia per “n”); non garantite le linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24 e le corse notturne delle linee Atac 38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980 e delle linee RomaTpl 314-404-444.

Nelle stazioni della metropolitana che resteranno eventualmente aperte, non sarà garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale. A rischio anche il servizio delle biglietterie (sempre attive quelle online). A bordo di tutti i veicoli del servizio di superficie Atac e RomaTpl e in tutte le stazioni metro è possibile pagare direttamente il biglietto utilizzando carte di credito/debito. Restano aperti i parcheggi di interscambio.

Le motivazioni dello sciopero

Lo sciopero è stato proclamato in collegamento con la giornata internazionale delle donne dell’8 marzo “per il peggioramento della condizione generale di vita delle donne a partire dalla condizione di lavoro nel nostro paese, ma che investe tutti gli altri ambiti – sottolineano i sindacati – sociale, familiare, culturale, una condizione di lavoro/non lavoro, salute e sicurezza, salario/non salario, peso del lavoro di cura per la mancanza di servizi pubblici e gratuiti e gravi tagli alle risorse per la scuola pubblica, la sanità pubblica, una condizione di tragica violenza sulle donne/femminicidi, di attacco al diritto di libera scelta della maggioranza delle donne in tema di maternità e/o di aborto”.

(eg)



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