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Roma di Giorno – Puntata di mercoledì 08 Marzo 2023

Roma di Giorno con Elisa Mariani – Puntata di mercoledì 08 Marzo 2023

Ospite in collegamento Luisa Rosti, docente universitaria di Economia del Personale e di Genere.

Quando parliamo di “Gender pay gap” cosa intendiamo? Sostanzialmente le differenze retributive tra uomini e donne. Una divario che non dovrebbe esistere, ma che purtroppo è più vivo che mai in troppi ambiti della nostra società.

Numeri importanti e ben precisi che classificano l’Italia tra le nazioni peggiori per quanto riguarda le differenze retributive. Ma quali sono le cause che determinano tutto ciò? “Ci sono diversi fattori da prendere in considerazione – ha spiegato Luisa Rosti, Docente Universitaria  di Economia del Personale e di Genere – ad esempio il numero delle ore lavorative, i percorsi formativi diversi e dunque, di conseguenza, professioni e carriere diverse”. Insomma ci sono ancora professioni tipicamente maschili e tipicamente femminili: i dati del Miur riferiti alle Lauree Magistrali indicano una concentrazione femminile superiore all’80% nelle classi di Linguistica, Storia dell’Arte, Scienze Pedagogiche, servizio sociale; al contrario, la loro presenza scenda al 20% per quanto riguarda Ingegneria elettrica e ambientale, sicurezza informatica, scienze aerospaziali ed astronautiche. Stesse percentuali per quanto riguarda le carriere: “I dati Istat anche in questo caso ci forniscono un quadro ben preciso – ha sottolineato la Rosti – le donne si dedicano molto di più a lavori che riguardano la cura e l’accudimento come servizi sanitari, collaborazione domestica, psicologia e infanzia. Praticamente rarissime le donne che conducono mezzi pesanti, operatrici ecologiche, lavaggio dei veicoli o, ad esempio, addette alla sicurezza”. Ma si tratta di propensione naturale o un pregiudizio radicato nella società? “In molti casi non penso si tratti di scelte genuine ed oggettive – ha detto ancora Luisa Rosti – purtroppo la nostra società ci educa a questi modelli. Io spero fortemente in un cambiamento radicale, anche perché ci sono ulteriori numeri a considerare: le donne sono molto più proficue nella scuola, allora perché il mercato non restituisce loro quanto gli spetta? Perché una donna bravissima  a scuola, molto più di un uomo, deve percepire di meno in termini di guadagno?”.

Nella giornata internazionale contro la violenza di genere è quello che ci chiediamo anche noi: la società italiana è davvero pronta a scardinare questo assetto? O dobbiamo ancora assistere a divari di questo tipo? Le nuove generazioni, se non altro, si stanno dimostrando pronte. Forse davvero il cambiamento sta arrivando (?).

Ospite in collegamento Andrea Polo, Direttore di Comunicazione di Facile.it.

Quanto sanno le donne italiane di finanza personale? Quante di loro conoscono la differenza tra tasso fisso a variabile, o termini come ‘massimale’ e ‘franchigia’? Una ricerca condotta da Facile.it ha evidenziato numeri particolarmente preoccupanti: più di due intervistate su tre (circa il 67%) si dichiarano poco o per nulla preparate in materia economica e finanziaria.

Diverse le ragioni dietro a tutto ciò: “Il 36% delle rispondenti – ha spiegato Andrea Polo, Direttore di Comunicazione di Facile.it – ha detto di considerare la finanza personale un argomento troppo difficile, il 20% ha semplicemente risposto di non esserne interessata e addirittura il 12% ha ammesso di non interessarsi all’argomento perché se ne occupa il partner”.

Il dato allarmante è legato in realtà al fatto che quasi 20mila donne hanno dichiarato di non interessarsi alle materie economiche perché il “partner non vuole”. In che modo nel 2023, una donna preparata in economia dovrebbe costituire un problema per l’altra persona? “ – ha sottolineato Polo –

Altro aspetto da prendere in considerazione riguarda poi quella minoranza di donne che hanno dimostrato di essere preparate: “Se a livello nazionale la percentuale di donne  che hanno dichiarato di avere conoscenza in ambito di finanza personale è pari al 32,7% – ha spiegato Polo – guardando le risposte su base anagrafica, la percentuale sale notevolmente per le donne con età compresa tra i 35 e i 44 anni. Fa riflettere vedere come la principale fonte di preparazione su queste tematiche non sia la scuola, ma l’autoapprendimento: il 57% delle rispondenti ha infatti dichiarato di aver fatto da sola”. Per il 23% di loro sono state importanti anche le esperienze lavorative , mentre il ruolo della famiglia nell’educazione finanziaria delle donne rimane assai marginale (5,5%).

Quando si parla di terminologia specifica, però, le cose si complicano: se la maggior parte delle intervistate ha dichiarato di conoscere termini basilari come mutuo a tasso fisso, mutuo a tasso variabile o prestito personale, la situazione peggiora quando si parla di Tan, Taeg, Franchigia e Massimale. Più del 70% di loro non saprebbe spiegare il significato di tali termini.

Insomma, ancora troppe differenze e divari, soprattutto quando si parla di finanza e soldi: perché le donne non sono preparate? Davvero si tratta di disinteresse? O ci troviamo di fronte all’ennesimo pregiudizio ancestrale per cui le donne non devono parlare di denaro?

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