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Piovono ricorsi sul termovalorizzatore di Santa Palomba. “Vogliamo tutelare la salute, garantendo aria e cibo”

Aumenta il numero dei ricorsi presentati contro la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba. L’ultimo è dai comitati di stanza nei Castelli romani, che va ad aggiungersi a quello rivolto ai sindaci di Ardea ed Albano Laziale e ai due precedenti da coordinamenti civici. Per un totale di quattro ricorsi.

Quest’ultimo ricorso verrà discusso in aula all’inizio di luglio. Vede la partecipazione di comitati di quartiere di Albano, Pavona e Cecchina, Fare Castelli, l’Anpi locale, il movimento per il Cambiamento, il circolo di Legambiente Appia Sud “Il Riccio” e la sezione territoriale di Italia Nostra – assieme all’associazione Forum ambientalista e all’azienda agricola Ceglia.

“Vogliamo tutelare la salute, garantendo aria e cibo non contaminati per tutti – hanno detto i soggetti ricorrenti – Le aziende dell’agro romano meridionale, infatti, vendono i propri prodotti di eccellenza a Roma e in giro per il mondo, grazie anche a certificazioni di qualità come quelle biologiche, impossibili da mantenere con un inceneritore sul territorio.”

Oltre al termovalorizzatore, anche il piano rifiuti che il sindaco di Roma e commissario ha portato in Campidoglio l’agosto scorso è al centro della contestazione. Nell’attesa che entri in funzione, il piano prevede la definizione di “accordi specifici con gestori operanti in Italia e all’estero che permettano di garantire il superamento dell’emergenza durante il 2025 e 2026”.

E ancora dai comitati ricorrenti arrivano richieste specifiche. “Vogliamo promuovere la riduzione del rifiuto all’origine e l’avanzamento dell’Italia in un settore strategico come quello del recupero dei materiali dalle miniere urbane, determinante per la sopravvivenza del pianeta, e per portare occupazione e benessere diffusi.”

(S)