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Cirinnà reclama i 24mila euro trovati nella cuccia del cane: il giudice respinge l’istanza

Nuova svolta nel giallo dei soldi trovati nella cuccia del cane della tenuta del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e di sua moglie, la senatrice Monica Cirinnà a Capalbio. A un anno dai lavori di demolizione della cuccia che hanno fatto volare in aria 24mila euro in banconote da 500, non si sa ancora come quei soldi siano finiti nella CapalBio fattoria, ma la senatrice li reclama. L’intenzione è di devolvere il denaro all’associazione antiviolenza Olympia de Gouges.

La richiesta della senatrice Cirinnà

Così, riporta il Messaggero, Cirinnà tramite l’avvocato Giovanni Gori, ha chiesto al gip di “disporre la restituzione” della somma in suo favore, opponendosi alla confisca chiesta dal pm. “Ai sensi dell’articolo 932 del codice civile il tesoro, inteso come qualunque cosa mobile di pregio di cui nessuno può provare d’essere proprietario, appartiene – si legge nell’istanza – al proprietario del fondo in cui si trova”.

Una richiesta che però secondo il gip non può essere accolta perché si tratta di “cose ritrovate”. In questo caso quindi la metà spetterebbe al proprietario e la metà a chi l’ha trovato. Ovvero l’operaio e il figlio di Montino che stavano eseguendo i lavori di demolizione della cuccia che anni prima aveva dato rifugio a una trovatella con i suoi cuccioli. Una controversia che dovrà eventualmente essere risolta in sede civile. 

Indagine penale archiviata

Intanto a marzo l’indagine per riciclaggio contro ignoti è stata archiviata. Non è stato possibile stabilire come fossero arrivati nella cuccia quei 24mila euro in banconote da 500. Un taglio di denaro che dal primo gennaio del 2019 non viene più stampato. L’ipotesi era quindi che i soldi fossero stati nascosti lì ben prima del ritrovamento avvenuto il 18 agosto del 2021.

Quel giorno Fabio il maggiore dei figli del sindaco di Fiumicino insieme a un operaio stava demolendo la struttura: pochi colpi e una pioggia di contanti ha riempito l’aria. Una scena surreale tanto che la prima ipotesi fu che i soldi fossero finti. Nient’affatto, le banconote in parte usurate, arrotolate e legate con elastici, erano tutte vere.  Immediata la denuncia ai carabinieri con il sequestrato del denaro e le indagini che dopo aver battuto più piste, tra cui quella del nascondiglio utilizzato dai malviventi di zona, si sono concluse appunto con l’archiviazione.

E.