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Caso Bochicchio, l’autopsia: morto per l’impatto contro il muro e non per l’incendio

Massimo Bochicchio non sarebbe morto bruciato nel rogo della sua moto, ma era già deceduto. Fatale quindi l'impatto con il muro su via Salaria.

Per Massimo Bochicchio, il broker morto il 19 giugno su via Salaria, è stato fatale lo schianto contro il muro dell’aeroporto dell’Urbe. L’ultima autopsia infatti non scioglie tutti i dubbi perché, secondo i medici, non sarebbe morto bruciato nel rogo della sua moto, ma era già deceduto. A porre fine alla sua vita quindi è stato l’impatto con il muro e non l’incendio.

Quanto affermato però sembra essere l’unica certezza dell’intera vicenda. Il quadro clinico di Bochicchio richiede comunque cautela nelle conclusioni.

Perché Bochicchio ha sbandato ed è finito fuori strada? Questo è un interrogativo a cui non è stata ancora trovata una risposta. Le ipotesi sono tante, non è da escludersi completamente l’idea del suicidio. Quest’ultima è avallata dal fatto che il broker non avrebbe incontrato alcun ostacolo lungo il suo percorso. Né buche, né manovre dell’ultimo momento di altri guidatori.

Guardando quanto fornito dalle riprese delle telecamere, è difficile ricostruire l’andamento di quanto è accaduto. Massimo Bochicchio comunque era a processo per esercizio abusivo della professione per aver fatto sparire il patrimonio di trenta clienti circa. Il broker stesso si era offerto di risarcire la cifra, ma secondo quanto affermato dagli avvocati, non sarebbe stato possibile in quanto la sua società aveva le casse vuote.