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Campi rom a Roma, i vigili denunciano: «Non c’è più nessun reale controllo negli insediamenti»

Nella bozza presentata ai sindacati, la dicitura è «reparto attività esterne» senza alcun’altra specifica.

Durante l’era Alemanno era stato istituito il gruppo speciale Spe, Sicurezza pubblica e emergenziale. Proprio nella giornata di ieri il gruppo ha partecipato a due assemblee organizzate dal Sulp (Sindacato unitario lavoratori polizia locale). «Oramai facciamo soltanto dei presidi statici davanti ai campi rom – dichiarano così gli uomini del gruppo Spe – con una volante al loro ingresso, ma non c’è più nessun reale controllo negli insediamenti, come si faceva fino a qualche anno fa. E ora i campi sono sempre più off limits con quello che la cosa comporta in termini di ordine pubblico e sanitari».

Durante queste due assemblee si è parlato della riorganizzazione della polizia locale. Questo perché manca una prospettiva ben definita di quali sono i compiti del gruppo. Nella bozza presentata ai sindacati, la dicitura è «reparto attività esterne» senza alcun’altra specifica.

Marco Milani, leader del Sulp, racconta che «fino a un paio di anni fa, e almeno ogni quindici giorni, gli uomini nello Spe entravano nei campi nomadi per controlli molto approfonditi che oggi non si fanno più: andavamo all’alba e verificavano se nei moduli abitativi erano ospitate le persone autorizzate a stare lì. Soltanto così si evitano, per esempio, casi di racket delle stesse abitazioni. E una volta dentro, era anche più facile scovare la presenza di materiale rubato o di rifiuti».

Attualmente la questione gira attorno al fatto che, come racconta ancora Milani, gli uomini dello Spe sono impegnati in operazioni secondo noi “vetrina”, come rincorrere i venditori di acqua e i saltafila al Colosseo. Intanto, davanti ai campi rom, i singoli gruppi continuano a mantenere i loro presidi con una volante, ma servono a poco, per contrastare i fenomeni criminali che si possono creare in questi insediamenti».