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Roma, gestiva il narcotraffico dalla comunità terapeutica: torna in carcere esponente Clan Senese

Esce dal carcere e riprende a gestire il traffico di droga dalla comunità terapeutica. Nuovo arresto per Ugo Di Giovanni, 45 anni, ritenuto capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico legato al Clan Senese. Il boss aveva ottenuto per presunte patologie la sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Ma fin da subito sarebbe tornato non solo a gestire nuovi traffici, ma anche a pianificare atti intimidatori verso i pusher che non volevano pagare i debiti. I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nella mattinata del 29 luglio hanno dato esecuzione a un’ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma nei confronti del “narcos”, classe 1977, pregiudicato di origini napoletane, da tempo nella Capitale.

L’operazione Alba Tulipano e il trasferimento in comunità

Di Giovanni era stato arrestato, con altre 27 persone, nell’operazione “Alba – Tulipano”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma il primo dicembre 2020, in quanto gravemente indiziato di essere a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico operanti sotto l’egida del Clan Senese.

Dopo poco più di un mese, per patologie legate a un suo presunto stato di tossicodipendenza, aveva beneficiato della concessione, da parte del Tribunale di Roma, della sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti.

Le chat crittografate e il narcotraffico

Dalla comunità di recupero, fin dal primo giorno in cui era arrivato, il 45enne avrebbe però immediatamente ricominciato a gestire le attività di narcotraffico dell’organizzazione grazie anche all’utilizzo di criptofonini (smartphone anti-intercettazione). Infatti, i militari, coordinati dalla Dda della Procura di Roma che ha chiesto un ordine di indagine europeo, hanno trovato tutte le conversazioni tra Di Giovanni e i suoi affiliati su chat crittografate.

Dalle indagini è emerso che l’uomo avrebbe organizzato ulteriori traffici preoccupandosi di capire quale fosse la consistenza economica degli affari intrapresi in sua assenza. Come?  Effettuando la contabilità delle forniture di droga e cercando di recuperare i crediti dai responsabili delle piazze di spaccio morosi. Avrebbe inoltre pianificato atti intimidatori nei confronti di uno degli spacciatori che non voleva onorare il proprio debito.
Rintracciato all’interno della comunità terapeutica, Di Giovanni è stato trasferito nel carcere di Velletri.

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