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Maria Grazia morta a 27 anni dopo intervento di routine: chiesto rinvio a giudizio per il ginecologo

Rischia di finire a processo il medico che ha operato Maria Grazia Di Domenico la ragazza di 27 anni morta nel maggio del 2021 dopo essersi sottoposta ad un intervento di conizzazione dell’utero. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del ginecologo della clinica Santa Famiglia al momento unico iscritto nel registro degli indagati. L’accusa è di omicidio colposo per aver esercitato la professione con imprudenza, negligenza e imperizia.

Maria Grazia originaria di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno si era trasferita nella Capitale per motivi di studio: era tecnico informatico e avrebbe dovuto sposarsi a breve. Il 17 maggio si rivolge alla clinica per sottoporsi all’intervento considerato di routine, una procedura chirurgica che consiste nella rimozione di una porzione di tessuto anomalo dal collo dell’utero. Qualcosa però va storto. La ragazza sta male con dolori lancinanti all’addome. I medici la tengono in osservazione ma secondo la denuncia dei familiari della 27enne non sembravano allarmati. Tanto che sempre secondo i familiari le prescrivono fermenti lattici e antibiotico.

Secondo la procura, invece quel dolore era dovuto alla perforazione dell’utero che le causa una setticemia fatale. Trasferita prima all’ospedale San Pietro dove è stata sottoposta a intervento chirurgico d’urgenza per sospetta lesione uterina e poi al policlinico Gemelli, Maria Grazia muore il 24 maggio, una settimana dopo l’intervento in clinica. A decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per il medico, sarà il prossimo 9 novembre il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma.

E.