Roma, ristoratore multato per delle luminarie. Perché? (VIDEO)

Un ristoratore, Alessandro Buzzi, titolare del ristorante al Celio “Giulia&Sisto”, è stato multato per le luminarie da lui montate e accese prima del tempo, prima cioè del 22 novembre. Ora dovrà pagare 305 euro e 30 centesimi al Comune di Roma. La sua storia è diventata l'ennesimo caso di cittadino vessato per norme che a prima vista possono apparire decisamente surreali.

Un ristoratore, Alessandro Buzzi, titolare del ristorante al Celio “Giulia&Sisto”, è stato multato per le luminarie da lui montate e accese prima del tempo, prima cioè del 22 novembre. Ora dovrà pagare 305 euro e 30 centesimi al Comune di Roma. La sua storia è diventata l’ennesimo caso di cittadino vessato per norme che a prima vista possono apparire decisamente surreali.

La vicenda ormai è nota perché ne hanno parlato anche i tg nazionali, vicenda che però continua a far discutere e in molti esprimono solidarietà al commerciante. Potrebbe effettivamente capitare a tutti di trovarsi in una vicenda analoga: per esempio, chi conosceva una norma che prevedesse il montaggio e l’accensione dopo una determinata data? A questa domanda si risponde sempre che la legge non ammette ignoranza, ed è vero, ma allora si passa alla seconda domanda: la legge è chiara? Proviamo a ragionare insieme.

C’è una direttiva di giunta municipale – la n° 22 del 6 settembre 2024 – richiamata nella multa che riguarda le linee guida per il rilascio delle concessioni per l’installazione di luminarie natalizie e addobbi in occasione delle festività natalizie 2024/2025 nel territorio del Municipio Roma I Centro. Per avere le luci, dunque, serve il rilascio delle concessioni, concessioni che però vengono richieste da destinatari ben precisi, ma non viene specificato “un singolo esercente” come nel caso di Alessandro, che quindi oggi si chiede: per montare e accendere le luminarie – in una Roma praticamente illuminata a festa già da Halloween – avrebbe dovuto far domanda anche lui?

Dopo un primo controllo avvenuto per altre cose, (gli agenti) hanno individuato queste luminarie per le quali io ho detto che tutti gli anni le metto e faccio questa cosa per abbellire un po’ e dare valore alle festività natalizie – racconta Alessandro Buzzi -. Loro stessi mi hanno detto che avrebbero comunque controllato se esistesse una legge che me lo permettesse. Sono tornati una seconda volta dopo due giorni con un verbale già compilato. In sostanza, avrei dovuto fare una dichiarazione al Comune per apporre queste luminarie. Se si prendono le linee guida e la domanda che appunto chiede di fare, ci sono delle cose da flaggare che fanno capire che io non ci rientro.” Infatti sulla domanda c’è scritto che “la domanda di installazione delle luminarie e/o addobbi luminosi natalizi, esterni alle attività commerciali, dovrà essere presentata esclusivamente – si legge – da Associazioni o Comitati spontanei di Via, di strada, di quartiere o simili, da Associazioni/reti di impresa che raggruppano esercizi commerciali e/o attività artigianali oppure da attività commerciali private di rinomata fama internazionale e rappresentanti del made in Italy nel mondo, in contesti topograficamente limitati e definiti, che intendano realizzare un’installazione luminosa (luminarie) esterna di varia natura su pubblica via.”

Luminarie: domandare o non domandare? Accendere o non accendere?

Una direttiva, quindi, che fa sorgere i dubbi, sia agli agenti sia agli esercenti. Nella multa, per altro, si fa riferimento alla presenza di luminarie consone alle festività su area pubblica, che non rispettano la data stabilita dal Municipio territorialmente competente entro la quale – si legge – le luminarie devono essere montate, inderogabilmente dal 22 novembre 2024, periodo di accensione, con rimozione entro il 26 gennaio 2025. Quindi montate o accese? O nessuna delle due perché l’esercente non è contemplato tra i destinatari?

È vero che la direttiva impone il periodo di accensione inderogabilmente dal 22 novembre 2024, ma probabilmente lascia un po’ a desiderare nella chiarezza – come fa notare anche la presidente del Municipio interessato, Lorenza Bonaccorsi, che contattata telefonicamente da Radio Roma News, parla di un regolamento comunale scritto male.

Aspetti da chiarire perché un lavoratore, ad oggi, chiede spiegazioni in quanto “colpevole” per così dire, di non aver rispettato un termine che probabilmente in molti ignorano. Il presidente della commissione commercio di Roma Capitale, Andrea Alemanni, contattato dalla nostra redazione si dichiara pronto ad ascoltarlo e ad incontrarlo per approfondire la questione e, chissà, porre le basi per rendere la norma un po’ più chiara.



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