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L’approfondimento del giovedì a Non solo Roma con la redazione di “Pink Magazine Italia”

Dalla collezione di farfalle alla collezione di denunce

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

In principio c’era la collezione di farfalle. Che abbiamo imparato a evitare con cura. Ora c’è la collezione di messaggi di questo tipo:

Ciao, sei bellissima; Mi mandi il tuo numero così chattiamo su whatsapp e ci mandiamo foto?; Che scarpe indossi in questo momento? E l’intimo? Porti le mutandine?

Queste sono solo alcune delle domande che molte di noi ricevono non dico quotidianamente ma quasi. Ormai i social network sono diventati un terreno di caccia: erano nati per scambiarsi opinioni e per incontrare persone che non vedevi da anni (e scopri dopo sei minuti in chat perché non le vedevi, chiedendoti come hai potuto pensare che fossero cambiate). L’approccio nelle chat è sempre lo stesso: si parte da un complimento generico per finire alla classica foto del membro del chattatore seriale.

Accettare l’amicizia e scambiarsi il buongiorno non è sinonimo di disponibilità sessuale. È solo educazione. E da qui si comincia a fare collezione di commenti, foto, suggerimenti. Tutti rigorosamente non richiesti.

Ma il chattatore seriale non conosce regole: deve solo mietere vittime, è più forte di lui. Spesso è sposato e si è anche riprodotto (e ovviamente la moglie non sa che è single inside). Alcune volte è semplicemente alla ricerca di una donna con cui andare a letto. Premesso che esistono siti specializzati negli incontri di questo tipo, ma che sono a pagamento (quindi il chattatore seriale è pure tirchio) va detto che se ci provano con tanta insistenza vuol dire che alcune donne cadono nella trappola.

Come difenderci? La prima cosa da fare è segnalare il profilo del molestatore al social che si sta utilizzando e poi bloccarlo in modo tale che non ci possa più disturbare.

Ecco cosa dice il sito alfemminle.com in caso di molestie insistenti, ovvero continui tentativi di contatti reiterati, pur avendo manifestato la nostra volontà di non colloquiare con quel nick, o continue richieste via e-mail di contatti non graditi. Una collezione che nessuno vorrebbe mai avere.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni si impegna quotidianamente in attività di sensibilizzazione rivolte ai più giovani e al mondo degli adulti. È importante saper riconoscere i primi segnali di controllo, i tentativi di sottomissione che oggi possono passare dall’uso distorto di smartphone, app e socialnetwork, che minacciano concretamente la libertà e quindi la sicurezza delle donne in Rete.

Sempre più spesso le vittime femminili scelgono il portale istituzionale www.commissariatodips.it per chiedere una tutela: il portale rappresenta di sicuro uno spazio “protetto” nel quale chiedere informazioni ed avere velocemente l’accesso ad un aiuto pronto e qualificato contro ogni forma virtuale di aggressione.

Velia, la donna che osò sfidare Mussolini

Laura Fagiolini ripescando tra le storie della sua famiglia ci racconta di Velia Titta Matteotti, una donna coraggiosa che osò sfidare il regime per ottenere giustizia, dopo l’omicidio del marito Giacomo.

Il mio incontro con Velia. Quando ero bambina il mio bisnonno materno, un uomo piccolo e mite, di grandi valori, raccontava sempre i suoi anni dati alle guerre, ben due, ma soprattutto raccontava gli anni caratterizzati dal fascismo e per contro dall’antifascismo o come si chiamerà in seguito la Resistenza.

Era per lui motivo di grande orgoglio parlare di due suoi cugini antifascisti, un uomo, Titta Ruffo, grande baritono. Il più grande dei suoi tempi che a un cero punto decise di opporsi al regime rinunciando anche alla sua grande carriera, e una donna Velia sua sorella minore moglie di Giacomo Matteotti che come studiamo nelle lezioni di Storia al liceo è stato un deputato socialista, primo grande antifascista, martire della libertà.

Velia trova il suo spazio solo come sorella e come moglie ma pochissimi sanno che Velia è la donna che nel 1924 ha osato sfidare Benito Mussolini durante un incontro di cui la storia non ci ha mai raccontato niente. Velia quindi, come tantissime altre donne rimane nascosta. Avvicinandosi al centenario della morte di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924~ 2024) è giusto e doveroso ricordare il sacrificio di Giacomo. Ma altrettanto giusto è ricordare anche quello di Velia che affrontando mille avversità è stata la sua meravigliosa compagna.

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Rea Silvia e le Vestali: la nascita di Roma è donna

Il Dies Romana ovvero il Natale di Roma, conosciuto anche con il nome di Romaia, cade per convenzione il 21 aprile. Ed è la festività legata alla fondazione della città. Correva l’anno 753 a.C. quando, secondo la leggenda, Romolo, figlio di una delle Vestali, fondò Roma.

Il Natale di Roma è donna. La leggenda.

Esistono moltissime versioni della nota leggenda dei due fratelli Romolo e Remo e della fondazione di Roma, quella più nota viene riportata dallo storiografo Tito Livio nel libro I della sua monumentale opera Ab Urbe Condita.

Per alcuni storiografi moderni Roma era nata centocinquanta anni più tardi, all’epoca dei Tarquini. Durante gli scavi del 2007 però sul colle Palatino, venne ritrovato quello che si pensa essere il Lupercale. Ovvero il luogo collegato al racconto dell’allattamento dei due gemelli Romolo e Remo da parte della leggendaria lupa. Ma chi erano questi due bambini?

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