Home PROGRAMMI EXTRA Autovelox, senza omologazione la multa non vale: il caso di Treviso

Autovelox, senza omologazione la multa non vale: il caso di Treviso

Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 22 aprile 2024.

Da una parte la sicurezza, tema prioritario in un Paese che conta ogni anno oltre 3mila morti sulle strade e centinaia di migliaia di feriti con un carico di dolore inaccettabile e un impatto immane sulla spesa pubblica. Dall’altra il sospetto che tra gli amministratori ci sia chi fa il furbo e provi a fare cassa con le multe degli automobilisti.

Lo scontro sugli autovelox va avanti da anni in un Paese che vede nell’alta velocità un pericolo per la sicurezza, ma che sconta da sempre anche norme confuse, se non addirittura contraddittorie e dunque potenzialmente appellabili o apertamente invalidabili.

Autovelox: gli occhi elettronici

Un tempo gli autovelox erano solo quelli ben visibili e gestiti dalla polizia stradale. Li vedevamo soprattutto lungo le autostrade o le vie extra-urbane e il codice della strada prevedeva che si fosse sempre una pattuglia per le contestazioni. Poi hanno iniziato ad utilizzarli anche le polizie locali, sono arrivati i tutor e gli impianti fissi senza presidio degli agenti, quindi i multanova e i t-red cioè i semafori che ti fotografano se passi con il rosso.

Da presidio di sicurezza in mano alle forze dell’ordine, gli occhi elettronici sono finiti sotto il controllo dei sindaci che li hanno installati un po’ ovunque come presidio per la sicurezza, certo, ma forse anche come strumento per far soldi tante da prevederne preventivamente i ricavi nei bilanci comunali.

Il Governo ha da poco proposto nuove regole, ma nel frattempo tribunali e prefetture sono intasati di ricorsi contro le multe e spesso i giudici danno ragione agli automobilisti. L’ultima sentenza però è della Cassazione: a Treviso l’amministrazione rischia una valanga di annullamenti per aver utilizzato sulla tangenziale un autovelox non omologato e dunque – dice la suprema corte – fuorilegge: un precedente che ora fa preoccupare migliaia di sindaci.