Una banda di truffatori è stata sgominata dalle autorità con l’arresto di 9 individui responsabili di una sofisticata frode legata ai bonus facciata. La truffa, del valore di 80 milioni di euro, coinvolgeva la creazione di falsi cantieri in tutta Italia, attraverso oltre 20 società fittizie. I membri del sodalizio criminale intascavano ingenti somme di denaro dalle casse pubbliche per lavori inesistenti, ottenendo detrazioni fiscali fino al 90%. L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto dei colpevoli, tra cui commercialisti e imprenditori coinvolti nella rete di frode.

La truffa del bonus facciata, indagini partite da Frascati

Le attività fraudolente della banda si estendevano su tutto il territorio nazionale, dall’estremo sud alla parte settentrionale dell’Italia.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno coinvolto oltre 20 imprese fittizie, identificate grazie a un’approfondita analisi condotta in diverse regioni, tra cui la Lombardia, il Lazio, la Calabria e il Friuli-Venezia Giulia.

Il valore complessivo dei crediti d’imposta falsificati per i bonus superava gli 80 milioni di euro, di cui una parte significativa è stata già trasferita a istituti di credito, vittime inconsapevoli della truffa.

Bonus facciata, arresti e confische

Le operazioni di polizia hanno portato all’arresto di nove persone coinvolte nell’associazione a delinquere finalizzata alla frode e al riciclaggio di denaro.

Tra gli arrestati figurano commercialisti, imprenditori e faccendieri che gestivano le finte società utilizzate per perpetrare la truffa. Il gruppo, guidato dal commercialista Alberto Cardinali di Roma, operava su vasta scala, coinvolgendo complici in diverse parti del paese.

Le confische hanno interessato quote societarie, beni immobili e altre proprietà, rappresentando un duro colpo per la rete criminale e un segnale chiaro contro la frode fiscale e l’illegalità imprenditoriale.