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The Passenger – Alla scoperta del Kosovo nel 2023

Andrea Candelaresi in questa puntata speciale di The Passenger ci porta alla scoperta del Kosovo, un Paese così vicino eppure così poco raccontato.

Armato di telecamera e tante buone domande il nostro viaggiatore ripercorre inizialmente la storia del Kosovo con Paolo Battaglia, per poi prendere l’aereo verso Skopje.

Una volta nella capitale macedone, prendiamo la macchina e passiamo la frontiera in direzione di Pristina, la capitale kosovara, rimanendo affascinati dalla nuova autostrada finanziata dalla UE che collega il Kosovo al resto d’Europa.

Una volta a Pristina scopriamo la giovinezza di una città alla ricerca della sua identità, ma che ha tanta voglia di futuro dopo aver fatto i conti con un passato di sofferenza. E allora andiamo alla scoperta della Galleria Nazionale, dei bistrot, della Cattedrale di Madre Teresa, ma anche del palazzo dell’UGK, il movimento di liberazione del Kosovo, e il monumento alle parabole satellitari e militari.

Ci spostiamo poi verso il nord di questo affascinante Paese, nella zona ancora oggi contesa con la Serbia. Andiamo a Mitrovica, dove un ponte ancora oggi presidiato dai Carabinieri italiani divide il Kosovo albanese da quello serbo. Due mondi divisi da un fiume, ma che oggi spesso si scontrano come accaduto a Banjska. In questa località vi è un monastero in cui il 25 settembre 30 paramilitari serbi hanno aperto il fuoco contro le forze di peacekeeping della Nato, il KFOR. Ci rechiamo alle porte di tale monastero passando vari controlli militari per raccontare le tensioni che attanagliano un Paese che ha tanta voglia di Europa, ma che ancora oggi è diviso in due anime.

Tornando nella capitale poi ci tuffiamo nella cultura religiosa musulmana del Kosovo visitando la più antica moschea dei Balcani, quella di Fatih, costruita nel 1461.

Scopriamo poi il calcio kosovaro andando nella curva del Pristina Calcio, impegnata nella partita di cartello contro il Ballkani. Lì ci immergiamo nel mondo ultras balcanico scoprendo quanto esso sia, nell’effettivo, un’importante vetrina per fare valere le proprie idee e le proprie identità anche sul piano politico.

Infine insieme ad un cittadino del Kosovo cerchiamo di conoscere le preoccupazioni, i pensieri e le speranze per il futuro di questo popolo che tanto ama l’Europa e, in particolare l’Italia.  Un reportage a 360° dunque su un Paese che risulta essere il fulcro della storia moderna europea e dove, ancora oggi, vivono delle tensioni che l’UE potrebbe risolvere.

Le tensioni tra il Kosovo e la Serbia

Dopo la guerra del 1999 il Kosovo è diventato indipendente dalla Serbia, divenendo ufficialmente uno Stato riconosciuto da più di 100 Paesi nel 2008. Belgrado ancora non riconosce Pristina come entità statale tanto da considerarla ancora oggi una parte della Serbia. Una volta il Kosovo era infatti una provincia della Serbia, uno Stato che faceva parte della confederazione Jugoslava. Tuttavia Pristina chiedeva l’indipendenza poiché la maggior parte dei kosovari era di etnia albanese e non si riconosceva in Belgrado e nel governo di Milosevic che sognava una Jugoslavia a guida prettamente serba

A mantenere l’ordine dal 1999 c’è il KFOR, la missione Nato a cui aderisce anche l’Italia con un contingente molto numeroso. Dopo anni di distensione a settembre dei paramilitari filoserbi hanno attaccato il monastero di Banjska. Un simbolo questo per i serbi e per i serbi kosovari essendo quello un luogo sacro per la storia ortodossa e medievale della Serbia a cui si rifaceva anche Milosevic nella sua propaganda. In quel monastero era infatti seppellito Re Stephan, colui che partecipò alla battaglia della Piana dei Merli (che in serbo si dice kosova e che dà il nome a questo Paese) nella lotta tra cristiani e musulmani quando nel 1389 gli ottomani tentarono di attaccare la Serbia.