
Avevano fatto le cose in grande, pranzo a base di pesce per 80 invitati con musica a bordo piscina vicino allo splendido borgo di Boville Ernica in Ciociaria. Nulla di meno per festeggiare il loro matrimonio accettando il preventivo da 8mila euro con tanto di generosa mancia per il personale. Conto però che è rimasto insoluto mano al proprietario del ristorante. La coppia infatti sarebbe partita per il viaggio di nozze in Germania lasciandosi alle spalle un debito di quasi 6mila euro.
Sposi in fuga dopo il banchetto di nozze non pagato
L’episodio accaduto qualche giorno addietro è riportato da Repubblica che ha parlato con il titolare del ristorante “La Rotonda” di Boville, Enzo Fabrizi, che dopo aver tentato invano di recuperare il dovuto si vede costretto a denunciare lo sposo per truffa. “Ho in mano il contratto scritto, firmato dallo sposo. Non gli darò pace fino a quando non avrà pagato fino all’ultimo centesimo” dice il ristoratore.
Fabrizi racconta al quotidiano di aver conosciuto i due sposini di Ferentino, diversi mesi prima presentati da un vecchio amico. Concordano il menù e curano la cerimonia fin nei minimi dettagli. Nessun problema durante gli incontri ma arrivati al giorno delle nozze succede qualcosa.

Il titolare del ristorante: “Mi devono quasi 6mila euro”
“Siamo entrati nel mio ufficio. Abbiamo fatto i conteggi, mi ha dato 3 mila e 300 euro degli 8 mila e 800 totali e mi ha detto che il giorno dopo sarebbe passato a saldare. Questo non è successo” racconta il titolare a la Repubblica. Passa un giorno e lo sposo non si fa vivo, comprensibile visto il momento particolare che stava vivendo.
Il matrimonio appena celebrato, la festa, i preparativi per il viaggio di nozze. Eppure si dimentica di passare a saldare il conto anche nei giorni seguenti. Non arrivano neppure i bonifici promessi al ristoratore che lo chiama per chiarire la situazione.
Poi la doccia fredda. “Ho saputo – spiega Fabrizi – che era partito in viaggio di nozze per la Germania. Da lì il telefono ha iniziato a darmi sempre staccato”. Al titolare dell’attività non resta quindi che denunciare.