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È morto il ragazzo di Latina brutalmente aggredito in Francia 4 anni fa. La madre: “Solo 3 anni all’assassino di Jean-Luc”

“Non posso riportarlo a casa neppure da morto”. La drammatica constatazione della mamma di Jean-Luc Krautsieder il giovane di Latina aggredito in Francia vicino Bordeaux quattro anni fa.

Jean-Luc dopo quasi quattro anni di calvario si è spento, ma non tornerà subito in Italia perché gli inquirenti francesi dovranno disporre l’autopsia sul corpo e rivalutare le accuse. Si passerà da tentato omicidio a omicidio, per i responsabili che la notte del 31 maggio 2019 hanno massacrato di botte il giovane per strada a Langon un paesino di 8mila abitanti. Forse perché si era rifiutato di dargli una sigaretta.

Morto Jean-Luc il ragazzo di Latina brutalmente aggredito in Francia. La madre: “Solo 3 anni all’assassino”

Jean-Luc dopo il pestaggio era stato soccorso e portato in ospedale dove è arrivato in coma senza documenti portati via dagli aggressori. Tre ragazzi che sono stati poi rintracciati. “Uno ha scontato tre anni in prigione e ora è ai domiciliari, gli altri due sono stati ai domiciliari solo per omissione di concorso ma ora le cose visto che Gian Luca è morto potrebbero cambiare” dice la mamma della vittima in una intervista al Corriere della Sera.

“Ferocia gratuita. E’ stato necessario un esame del Dna, per capire che era lui”

Jean-Luc sperava di trovare in Francia un nuovo inizio dopo aver tentato di farsi strada nel giornalismo in Italia. Lì si era trasferito e aveva trovato un lavoro. Quella sera stava tornando a casa quando si è imbattuto negli aggressori che lo hanno massacrato con una “ferocia gratuita” spiega la mamma dopo aver letto il rapporto della gendarmeria. “l primo gli ha dato un calcio all’anca e l’ha fatto cadere, gli altri due hanno affondato tra il volto e il torace, quando era già a terra”.

La donna racconta del massacro subito dal figlio “non l’ha riconosciuto neppure suo padre, sul volto gli avevano lasciato le suole delle scarpe. E’ stato necessario un esame del Dna, per capire che era lui”. 

“Non posso riportarlo a casa neppure da morto”

Dopo il coma durato oltre due mesi Jean-Luc è stato trasferito in una clinica riabilitativa: tetraplegico, con un livello di coscienza minima. Negli ultimi mesi le condizioni si sono aggravate, fino alla morte.

Dopo aver cercato invano di trasferire il figlio durante il ricovero, ora la madre di Jean-Luc  si trova davanti un nuovo ostacolo e dovrà aspettare ancora per riavere il corpo del figlio. “Mi hanno detto che l’accusa potrebbe cambiare, quindi il corpo deve restare a disposizione delle autorità. Volevo cremarlo e riportarmelo a Latina, ma per il momento neanche questo” a spiegato al Corsera.