CHE COS’è LA “FRIGO TAX”, LA PRATICA CHE STA ACCENDENDO LE POLEMICHE TRA I CONSUMATORI DELLA CAPITALE
Ospite in collegamento Ivan Marinelli, Presidente Nazionale AECI-Associziazione Europea Consumatori Indipendenti
Nuova polemica tra i consumatori di Roma, dopo la diffusione di una nuova pratica sempre più adottata dagli esercenti della Capitale e ribattezzata “Frigo Tax”. Parliamo di un costo aggiuntivo sui prodotti da frigo dei supermercati diventato, ovviamente, oggetto di discussione in città.
La questione è stata portata alla ribalta dal Corriere della Sera, che ha riferito che decine di supermercati a Roma hanno iniziato a far pagare ai clienti un extra di circa venti centesimi per le bevande conservate nei frigoriferi.
Ad esempio, in un supermercato di via Archimede, la dicitura sugli scontrini recita “aggiunta frigo”. In generale, l’aggiunta per ottenere una bevanda fredda da un frigorifero ammonta a 20 centesimi, indipendentemente dal tipo di bevanda scelta, che sia acqua, birra, succo di frutta, aranciata o altro. Gli esercenti e i supermercati, dalla loro, giustificano la “tassa” come un qualcosa di necessario per coprire i costi energetici dei frigoriferi. E quindi la dicitura “Aggiunta frigo” sugli scontrini è necessaria per coprire le spese necessarie per mantenere le bevande fresche.
La “Frigo Tax” rappresenta una novità significativa rispetto alle diciture che a volte compaiono sugli scontrini per giustificare rincari. In questo caso, il sovrapprezzo è fisso e non tiene conto del prezzo originale del prodotto. Ma è ovvio che la “Frigo Tax” va a colpire una categoria particolare, quella dei lavoratori che cercano un po’ di refrigerio durante la pausa pranzo, rendendo più oneroso il semplice piacere di godersi una bevanda fresca in un caldo giorno “estivo” (anche a settembre inoltrato).
“La spiegazione che danno gli esercenti per giustificare la dicitura non ci convince molto – ha sottolineato Ivan Marinelli – perché tutti i prodotti sono aumentati e in quegli stessi aumenti sono compresi anche i costi energetici. Quindi bisognerebbe capire quanto è lecito tutto ciò, come sempre bisognerà fare chiarezza”.
Aumenti generalizzati che, come è ormai risaputo, hanno investito anche il settore energetico con prezzi delle bollette alle stelle; bollette salatissime che hanno portato ben 4 milioni di italiani a diventare vittime di frodi e truffe: “Un numero importante che evidenza come le difficoltà economiche portano moltissimi a farsi convincere da prezzi vantaggiosi per risparmiare e poi, in realtà, a finire nella rete dei truffatori. – ha detto ancora Marinelli – Di solito le modalità sono due, telefonica o porta a porta. Invitiamo gli utenti ovviamente a prestare attenzione, a non fornire dati personali telefonicamente, a leggere con attenzione i contratti. Ovviamente le associazioni di categoria sono presenti soprattutto per aiutare in questo senso, quindi contattatele in caso di dubbio”.