Qui la copertina della puntata di Extra “Campidoglio: 240 da assumere ma accettano in 69.”
“Diciamo la verità: c’era un tempo in cui andare a lavorare per il Comune di Roma poteva essere motivo di orgoglio oltre che – soprattutto – garanzia di un’occupazione sicura. Era l’apoteosi del “posto fisso” che, per chi vive nella Capitale, coincideva inevitabilmente con il Campidoglio o una delle aziende municipalizzate.
I tempi – lo sappiamo – sono cambiati e anche il mercato del lavoro sta mutando in modo talvolta radicale: se quindi fino a qualche anno fa i concorsoni pubblici facevano notizia per la fila di migliaia di pretendenti in lizza talvolta solo per una manciata di posti, negli ultimi tempi anche questi classici dell’iconografia pubblica sono cambiati e molti appelli non fanno neppure più registrare il tutto esaurito.
L’ultimo caso accaduto a Roma, però, sembra davvero più unico che raro: pochi giorni fa si è saputo che su 240 istruttori amministrativi chiamati a stipulare un contratto con Roma Capitale, soltanto in 69 hanno deciso di firmarlo; si tratta di persone che si erano candidate, avevano superato una selezione e poi, con il posto di lavoro già assicurato, hanno rinunciato. La vicenda, che ovviamente ha acceso molte polemiche in ambito politico perché mette sotto accusa le modalità con cui l’amministrazione Gualtieri gestisce le procedure di selezione del personale, è però emblematica di quanto oggi anche per un ente pubblico sia complicato trovare personale.
Sulle motivazioni sociologiche del fenomeno il dibattito è aperto anche a livello nazionale e va oltre gli ambiti strettamente politici ma certo il problema preoccupa e non solo perché ora si rischiano ritardi sulle pratiche del Campidoglio relative al PNRR. Dicono i dati che il Comune di Roma è sempre più sotto organico: mancano all’appello almeno 2000 dipendenti in una pianta organica che però vede ogni anno centinaia di lavoratori andare in pensione e che nel frattempo sta invecchiando perché l’età media dei dipendenti è di 52 anni. Il timore dei sindacati è che, senza nuovi innesti e un ricambio generazionale, il Campidoglio rallenti ancora di più la sua efficienza amministrativa e rischi soprattutto di fallire i grandi obiettivi del prossimo futuro, da una parte il Giubileo del 2025 e dall’altra l’Expo, con il loro relativo carico di opere pubbliche da progettare e realizzare.”
Per rivedere la puntata integrale clicca qui: PUNTATA EXTRA.