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Roma, lunghe attese nel pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata

Attese di 4-5 giorni al pronto soccorso prima di essere trasferiti nei reparti specialistici dell’ospedale Policlinico universitario di Tor Vergata. 3 pazienti su 10 è la media.

«È stato un febbraio pesante per influenza e polmonite. I giorni più critici sono i lunedì quando la curva degli accessi riprende a salire», dice Carla Paganelli, direttore del pronto soccorso di Tor Vergata. La parte dove aspetta prima di essere spostati nei reparti specialistici, il cosiddetto boarding, è pieno di persone. La radiologia è chiusa ed entra in funzione solo per le emergenze.

Parlando dei medici, dovrebbero essere 18 quelli strutturati, ma ce ne sono 10. «La direzione ci è venuta incontro mettendo a disposizione gli specializzandi di quarto e quinto anno che utilizziamo per seguire pazienti in attesa di ricovero».

Parlando di numeri invece, ieri in 11 pronto soccorso del Lazio erano quasi 600 le persone che aspettavano di essere trasferite. Questo mostra come non ci sia più nessuno disposto, per vari ragioni, a fare il “medico di trincea”. Lo ricorda il bando aggregato (Tor Vergata e San Giovanni) nel dicembre del 2021 quando per i posti di Medicina d’urgenza si sono presentati in 60 su 160. Ad accedere in graduatoria sono stati in 49. Molti professionisti tra l’altro cercano lavori dove ci siano meno rischi – si è assistito molto spesso ad aggressioni violente nei confronti del personale al pronto soccorso – e meno sacrifici.

Il 61% dei contratti statali non assegnati o abbandonati sono proprio quelli di medicina d’urgenza. Nel Lazio, come anche in Lombardia e in Veneto, si registra la più alta percentuale di contratti non portati a termine.