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Roma, il “subaffitto” delle bancarelle ai bengalesi fino a mille euro al mese

Sempre meno italiani dietro i banchi  che vendono maglioni, biancheria, pentole e così via. In compenso si vedono sempre più cittadini di origini bengalesi.

Chi si è chiesto il perché? Dietro a queste realtà sembra esserci una verità che non riguarda solo le stanze per studenti, ma anche le bancarelle: il subaffitto. Come funziona? Chi ha la licenza, a rotazione paga circa 2 mila euro all’anno a Roma Capitale per poter occupare il suolo pubblico, così deve poi lavorare anche in condizioni metereologiche avverse. Al loro posto però ci pensano i bengalesi che lavorano duramente da mattina a sera. Anche perché non risultano come dipendenti, ma come gestori o al massimo come delegati dai titolari di occuparsi del banco. Se dovesse così venire un controllo di un vigile urbano non c’è così il rischio di incappare in qualche sanzione o contravvenzione.

Per quanto riguarda le cifre che vengono investite, in realtà non c’è un regolare contratto perché i cosiddetti canoni variano in base alla zona. C’è la zona in cui una tariffa può raggiungere anche i mille euro al mese. Chiaro è che come esistono queste realtà, ne esistono tante altre in cui sono proprio i titolari di licenza che vanno sul posto, montano il gazebo o la tenda e espongono la merce, lavorando loro stessi. Ci sono però altre realtà che sono lasciate allo sbando.

(S)