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Pronto soccorso, concorsi semi deserti. Turni massacranti e condizioni di lavoro pessime

Turni massacranti e condizioni di lavoro pessime. Queste sono le motivazioni che hanno portato gli ultimi due concorsi banditi ad essere semi deserti. È una vera e propria fuga dai pronto soccorso che scoraggia di fatto la carriera nei dipartimenti di emergenza.

È un mestiere dove c’è un alta esposizione al pericolo, per di più. l’ultima aggressione ai camici bianchi in ordine di tempo è quella denunciata da un medico del Sant’Andrea che è stato preso a schiaffi e colpito con una borsa dopo aver comunicato il decesso di un paziente alla famiglia. «Ferma condanna per l’ennesimo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario. I medici sono al nostro servizio per la nostra salute e sicurezza e aggredire un medico o un infermiere equivale ad aggredire sé stessi – ha detto l’assessore regionale alla Sanitò, Alessio D’Amato -. Rinnovo l’appello al Prefetto di Roma per riattivare i punti di polizia».

Due bandi, quello della Asl Roma 2 e quello del San Giovanni, sono due casi emblematici della fuga dai pronto soccorso. Nella procedura per l’Asl Roma 2 si legge: «concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di 15 posti a tempo indeterminato di dirigente medico disciplina Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per le esigenze dei pronto soccorso dei presidi ospedalieri» del territorio. Quanti hanno risposto? In 32, di cui 18 specializzati e 14 specializzandi del terzo, quarto e quinto anno. per il San Giovanni invece hanno risposto in 4 specializzandi per un posto da dirigente della Dea.

«I pronto soccorso del Lazio sono sempre più nel caos – dichiarano il segretario nazionale della Ugl salute Gianluca Giuliano e il segretario regionale della Ugl Lazio Armando Valiani in una nota congiunta -. Oltre alla consueta fuga di professionisti sanitari dai reparti d’urgenza ora si aggiunge anche quella dei primari. Stando alle stime attuali sarebbero 10 i medici che mensilmente abbandonano i Dea».