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Commerciante di Cassino arrestato per usura ed estorsione: prestiti a strozzo a imprenditori in difficoltà

Commerciante usuraio prestava soldi a imprenditori in difficoltà nell’area di Cassino in provincia di Frosinone. Un “doppio lavoro” che avrebbe svolto per oltre dieci anni chiedendo ad una vittima anche la casa in garanzia di un prestito da 20mila euro.

Nella mattinata odierna i Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, al temine di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale a quella sede nei confronti di un commerciante cassinate, indiziato a vario titolo dei delitti di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività creditizia.

Le vittime: imprenditori in difficoltà economiche

Le indagini di polizia giudiziaria, eseguite dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino e supportate dalle risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e indagini bancarie, avrebbero consentito di individuare molte delle vittime, quasi tutte imprenditori del cassinate operanti in variegati settori commerciali, le quali avrebbero accettato le condizioni imposte per l’elargizione del prestito in quanto versavano in gravi difficoltà economiche, in alcuni casi acuite dalla crisi pandemica.

Le minacce

Sulla base delle ipotesi investigative, il soggetto colpito dal provvedimento giudiziario da almeno dodici anni avrebbe operato come erogatore di somme di denaro per una variegata platea di soggetti, applicando tassi di interesse notevolmente superiori al tasso effettivo globale medio fissato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, assumendo solitamente a garanzia del credito cambiali o assegni, ricorrendo in talune occasioni a condotte estorsive per la restituzione di quanto dovutogli.

L’acquisto della casa a 20mila euro come “garanzia” del prestito

In un caso l’indagato, al fine di garantirsi la restituzione di un prestito di 20.000 euro, avrebbe preteso dal debitore la stipula di un contratto preliminare di compravendita dell’appartamento di sua proprietà, di valore di gran lunga superiore rispetto alla somma ricevuta. Per nascondere il suo coinvolgimento nella trattativa, l’arrestato avrebbe fatto stipulare l’atto in questione da sua moglie, nella veste di promittente acquirente.

Sequestrato il patrimonio immobiliare da 1.200.000 euro

E’ stato inoltre disposto il sequestro preventivo, per equivalente, di circa 75.000 euro, corrispondente agli interessi percepiti attraverso l’ipotizzata attività di usura, nonché il sequestro di un ingente patrimonio immobiliare, per un valore di stima di oltre 1.200.000 euro.

Dagli accertamenti patrimoniali eseguiti dai finanzieri della città martire, è stato individuato un cospicuo patrimonio immobiliare, di valore del tutto sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati, intestato principalmente all’ex coniuge, alla figlia e, sulla base delle ipotesi investigative, a tre soggetti “prestanome”, ai quali aveva solo fittiziamente intestato i beni.

Il patrimonio immobiliare sottoposto a sequestro, quasi interamente ubicato nel comune di Cassino è costituito da sei locali commerciali, sei appartamenti, quattro locali ad uso garage, due locali adibiti a deposito e un lastrico solare, nonché da altri due appartamenti a Pontecorvo. (eg)