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Stazione Termini, dopo l’aggressione alla ragazza israeliana nulla è cambiato. Pochi controlli e tanti clochard

A una settimana dall’accoltellamento della ragazza israeliana da parte di Aleksander Mateusz Chomiak, un senzatetto di origini polacche, alla stazione Termini nulla è cambiato.

È come se fosse calato un velo di paura attorno a tutto ciò che si fa. Nel principale scalo ferroviario della Capitale i controlli non sono stati implementati. I poliziotti sono pochi. C’è solo un golf car con all’interno quattro agenti vicino alla stazione di polizia che controllano l’area, vicino ai primi binari di via Marsala.

L’area della stazione è circondata da clochard che molto spesso sono in uno stato di non lucidità e si muovono barcollando. Questo, soprattutto di notte, incute un certo grado di timore che è spesso invalidante. Alcuni infatti desistono dal passare nella stazione di notte perché spaventati da ciò che possono trovare.