Il progetto di rete unica nazionale in fibra ottica è in alto mare. Dopo la direzione chiara data dal Governo Draghi, il passaggio del testimone a Giorgia Meloni potrebbe aver chiuso definitivamente la porta a questa possibilità.
L’iniziativa mirava all’unificazione delle reti di OpenFiber e Tim, realizzando un unico soggetto con un ruolo rilevante da parte dello Stato. Per concretizzare il progetto, Cassa Depositi e Prestiti, che detiene il 60% di OperFiber, , avrebbe dovuto inviare un’offerta formale entro fine novembre. L’ipotesi è però tramontata, dopo che la premier Meloni ha deciso di non proseguire su questa linea.
Rete Unica Tim OpenFiber, la Meloni dice no. Cosa accade da qui al 31 dicembre
La decisione del nuovo governo sarebbe maturata negli ultimi giorni, in particolare dopo che Giorgia Meloni aveva sostanzialmente affidato la gestione del progetto al sottosegretario Butti. Quest’ultimo, non ha mai fatto mistero dei suoi dubbi in merito all’iniziativa, considerando critico il ruolo di CDP in potenziale conflitto d’interessi.
La cassa, infatti, è azionista in entrambe le società interessate dal progetto. Inoltre, CDP avrebbe l’onere di rilevare la maggioranza di TIM, al prezzo di accollarsi circa 26 miliardi di deficit dell’azienda.
La situazione è ora particolarmente delicata per TIM, con l’ad Labriola che dovrà valutare nuove opzioni per trovare risorse, sfumando anche la vendita della rete.
(sg)
