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Il caos delle ambulanze a Roma e nel Lazio. Sono 150 in totale e c’è chi chiama per una slogatura

Il sistema Ares, l’azienda che gestisce e organizza la rete di urgenza ed emergenza, lamenta di quante ambulanze restino bloccate al giorno nei pronto soccorsi di Roma e del Lazio. Ogni giorno ne restano ferme decine e decine.

In pratica le ambulanze sostano di fronte agli ospedali aspettando di poter riguadagnare le proprie postazioni pronti così per un nuovo viaggio. Chi chiama il numero 112, rischia di attendere tanto tempo prima di poter ottenere il soccorso necessario.

Il problema è all’origine: all’interno dell’ambulanza spesso mancano i letti perché occupati da malati, già con una visita alle spalle, ma in attesa di un ricovero. Finché quel letto non si trova dentro l’ambulanza, il veicolo non può ripartire. Purtroppo questo problema blocca l’intera catena del sistema di emergenza perchè ogni ora nei pronto soccorso sono fermi circa 500 malati da ricoverare in reparto. A Roma e nel Lazio gli ospedali però non riescono a gestire le richieste perché spesso gli ospedali sono affollati di persone, per lo più anziani che dopo la parte acuta della malattia dovrebbero essere dimessi e invece rimangono lì. Questo perché manca la disponibilità di alcune strutture alternative come Ras, riabilitazioni e così via.

Come si può risolvere il problema? Si dovrebbe pensare ad un modo di riorganizzare il lavoro in maniera radicale, dare un nuovo assetto alla gestione del lavoro. Non serve acquistare più barelle o più ambulanze se non cambia la gestione del lavoro o se si pensa al fatto che medici, infermieri, personale sanitario scarseggiano.

I dati sono di 150 le ambulanze gestite dall’azienda romana e 250 dalla Regione. il 65% di queste è di proprietà di Ares. Il resto, enti di volontariato o noleggiati da privati. L’obiettivo, dice il capo della centrale di via Portuense, Lucia Di Vito, «è avere tutti i mezzi di nostra proprietà, per migliorare il servizio. La gestione diretta di ambulanze e personale è vincente».

Al momento il parco auto è in fase di riammodernamento con l’acquisto di 30 nuovi mezzi. La necessità di avere dei mezzi nuovi è molto alta perché le ambulanze prese quattro mesi fa hanno già percorso 60mila chilometri.

260.500 è il numero di persone che sono state portate in pronto soccorso da gennaio a ottobre 2022 da Ares Lazio. A questo numero dobbiamo aggiungere 11.600 cittadini trattati sul posto senza trasporto, 34 deceduti all’interno dell’ambulanza, 6.230 trovati morti dopo la chiamata per arrivare ad un totale di 394.000.

La prima causa di intervento sono i traumi, poi a seguire gli infarti, problemi respiratori e neurologici.

Ma tornando al problema delle ambulanze, il problema è che il pronto soccorso è intasato da persone che spesso non soppesano il perché chiamano l’ambulanza. «Non siamo un 3570 eppure qualcuno ci scambia per taxi». Quando l’urgenza è urgenza versa, l’intervento è giustificato e dalla sala operativa parte l’input per poter inviare il mezzo.