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Via Veneto, tristezza e degrado. Quegli anni lontani della Dolce Vita fanno sognare

“Gli anni della Dolce Vita ,dell’ Italia del boom economico, l’ Italia delle mance e dei palazzinari. Insomma c’ era vita. Ci si divertiva da quel poco che capivo, giravano soldi. Parecchi soldi.

Questa mattina osservando la porta d’ingresso del Café de Paris ho visto l’ oggi in tutto. Ma ho riflettuto che vivere di ricordi, se sappiamo e possiamo conservarli, è un gran conforto, una grande fortuna.”

Ho visto l’oggi in tutto. Una frase, estrapolata da un post malinconico su Facebook di Carlo Verdone, che rimane impressa come una fotografia. Ma purtroppo questa fotografia non racconta una storia così radiosa, anzi il contrario.

Nelle vie del Centro si nota come la ripresa delle attività, dopo due anni di pandemia, non sia ancora completa, lontana da quello che il grande attore, regista e tanto altro racconta nella sua riflessione.
“Questa mattina avevo un appuntamento a Via Veneto e mi sono trovato davanti a quello che fu il bar più famoso d’ Italia e ovviamente di Roma: il Café de Paris. Ricordo bene che mi ci portò mio zio Gastone, architetto,pittore e un po’ playboy. Passava le sere a salutare gli amici tra i tanti tavolini. Registi,scrittori, attori, poeti famosi e poeti falliti, primari di fama e primari indagati ,morti di fame con la brillantina, travestiti da benestanti, politici potenti e politici di mezza tacca. Paparazzi e cronisti del gossip in agguato. Insomma era un teatro, un set e zio mi indicava le persone famose.”

Insomma, la strada brulicava di gente, di storie, di vita. Strano per una città come Roma che spesso viene associata al caos. L’idea che chiunque può farsi, turista o meno, girando per Roma è di un limbo in cui molte vetrine sono chiuse, bar con le insegne spente, poca gente in giro, ma con una grande speranza nel futuro.

Su via Veneto c’è un’edicola che è lì dai primi del Novecento. «Quel tipo di mondo, la via Veneto degli anni Cinquanta e Sessanta non esistono più…» dice Gabriella che assieme al marito gestisce l’edicola. Si potrebbe partire dalla viabilità, punto critico e dolente ormai da anni. «La corsia preferenziale ci ha ammazzati – continua – Per attirare gente servono i parcheggi… e poi non si può chiudere la strada per quattro giorni per l’evento di una sera come quando hanno proiettato il film La dolce vita».

I veri occhi critici, oltre ai romani, sono quelli dei turisti ai quali non sfugge nulla. «Ci saremmo aspettati standard più alti, più negozi… – dicono Michael e Robin Baum, in vacanza a Roma dall’Arizona e ospiti del Grand Hotel Excelsior – Il personale è gentile, ma via Veneto è sporca e decadente … Dà l’idea di essere un po’ come New York, in tutte le grandi città ci sono problemi di decoro e traffico insostenibile».