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Roma, farmacie notturne dimezzate in 9 anni. Il perché tra costi e liberalizzazione degli orari

Un dato: nel 2013 le farmacie notturne a Roma erano 70, adesso sono 35. Un numero dimezzato in 9 anni. A lanciare l’allarme è la Federfarma Roma che si dice preoccupata di un simile dato che evidenzia un numero di presidi notturni non solo diminuito, ma addirittura dimezzato.

Questo comporta che chi ha necessità di acquistare un medicinale, oltre allo stato di ansia che vive nell’emergenza, deve aggiungerne una giusta quantità causata dalla ricerca di una farmacia notturna. Di fatto la norma regionale impone che ci sia una guardia farmaceutica per ogni Asl che si attiva qualora non dovessero arrivare le disponibilità volontarie per coprire il territorio. Nello specifico chi potrebbe dare la propria disponibilità c’è e si parla di circa 1.100 strutture, ma in pratica sono pochi.

Andrea Cicconetti, presidente dell’organizzazione provinciale, spiega che «La principale responsabilità è nella liberalizzazione degli orari che ha creato difficoltà a tutte quelle farmacie che facevano orario notturno. Le farmacie che prima erano aperte solo durante il giorno ora hanno allungato il loro orario fino alle 22.30, rosicchiando così gran parte del fatturato delle notturne perché nelle ore successive l’afflusso dei clienti diminuisce drasticamente».

In poche parole nel lasso di tempo dalle 23 alle 7 del mattino i clienti sono pochissimi, massimo una decina di persone. I titolari delle varie farmacie hanno quindi preferito chiudere la notte perché non era più remunerativo rimanere aperti h24.

«Si tratta di un settore protetto, delicato, al servizio del cittadino: gli effetti della liberalizzazione sono stati pesanti su tutta la categoria – prosegue Cicconetti – Ci sono costi di personale, di energia elettrica, di sicurezza, che se non si riescono ad ammortizzare».