L’Istituto di scienze dell’atmosfera del Consiglio nazionale delle ricerche ha evidenziato come il Lazio sia una tra le zone più a rischio d’Italia per i tornado. Infatti da questo mese fino a novembre scatta l’allarme per le coste laziali.
Per la ricerca sono stati analizzati 32 anni di dati. Nello specifico dal 1009 al 2021. N questo lasso di tempo si sono evidenziati circa 445 tornado in tutta la penisola, ma un numero considerevole in tutta la costa della Regione.
A spiegare il perché di questo fenomeno, è Elenio Avolio, fisico del Cnr che ha condotto il lavoro. «Le grandi perturbazioni che vengono dal Nord Europa trovano un ambiente più caldo e possono dar vita a fenomeni estremi». L’ultimo in orine di tempo è stato quello dell’8 settembre che ha provocato forti danni ai casali e alle serre private.
Ma la domanda è: come si può fare in casi come questo? Avolio spiega come «quelli che nascono sui mari italiani non hanno la stessa forza distruttiva di quelli della zona della Tornado Alley degli Usa. Ma non bisogna sottovalutarne mai la loro forza distruttiva, bisogna allontanarsi subito dal vortice. Durano tra i tre e i quattro minuti e possono arrivare al massimo entro 15 chilometri nell’entroterra». Queste manifestazioni sono sempre sotto controllo ed «è fondamentale lo studio di eventi estremi».
Adesso è importante anche guardare, o almeno provare a farlo, al futuro. «Per questa ragione sarebbe essenziale cominciare a pensare a un piano che guardi anche a questi grandi fenomeni che possa approfondirne le dinamiche. Oggi non ci sono le condizioni per prevederli».
