Home NOTIZIE CRONACA Sulle tangenti al Miur Boda confessa: «Avevo perso il senso della realtà»

Sulle tangenti al Miur Boda confessa: «Avevo perso il senso della realtà»

Giovanna Boda, ex capo dipartimento delle risorse umane del Miur accusata di corruzione, confessa di esser caduta depressione. La causa risalirebbe ad una cura ormonale che le ha generato «comportamenti compulsivi e depressivi». Lo ha detto Boda ai pm in un verbale pubblicato dal quotidiano La Verità antecedente alla richiesta di rinvio a giudizio.

A sua discolpa, Boda sarebbe consapevole di ciò che ha fatto e una parte della somma di denaro che ha ricevuto l’avrebbe già riconsegnata in contanti e il restante li darà con la vendita di una casa di famiglia.

Si parla di circa 3milioni di euro in cambio di affidamenti all’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco. «Non ricordo le singole dazioni – ha raccontato l’imputata – avevo perso il senso della realtà, ma non mi sono arricchita perché molte volte ho rimandato indietro i soldi. Sul mio conto, al momento del sequestro, c’erano trentamila euro».

Tra le spese che sono state contestate ci sono 80mila euro per la ristrutturazione della casa, 105mila di paga all’autista personale, 50mila in contanti e 41mila via bonifici. Poi corsi di sci, di musica, vacanze e quant’altro.

L’inchiesta era emersa nel 2021 quando l’ex capo dipartimento delle risorse umane del Miur aveva tentato il suicidio lanciandosi da una finestra del ministero a Trastevere. Nel 2016 però l’ex direttrice racconta: «dissi a Federico di essere stanca di aver bisogno dell’aiuto economico di mia madre e mia suocera. Da allora cominciò a darmi soldi in contanti come prestito».

Il gip Annalisa Marzano ha affermato che «il desolante fenomeno corruttivo che ha pervaso il settore del Dipartimento dedicato all’Istruzione, all’università e alla ricerca… non era circoscritto ai rapporti tra l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e la capo del dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, ma era più ampio».
La Procura ha chiesto il processo per altri 13 soggetti, tra questi alcuni collaboratori di Boda che avrebbero aiutato questi scambi illeciti.