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Roma, un autunno all’insegna dei rincari. Anche per il consumo all’esterno si prevede una quota fissa

Sembra che per il mondo della ristorazione sia difficile tentare di riprendere fiato, dopo aver superato – e non del tutto – una crisi legata alla pandemia. Adesso devono mettere mano ai menù.

Anche per bar e ristoranti è arrivato il momenti di fare i conti con il caro bollette e con l’aumento dei costi delle materie prime, anche se ormai questo clima sembra aver invaso qualsiasi campo da tempo. Sembra che per il mondo della ristorazione sia difficile tentare di riprendere fiato, dopo aver superato – e non del tutto – una crisi legata alla pandemia. Adesso devono mettere mano ai menù.

Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti, spiega che «Non ci sono alternative in questo momento. Stiamo cercando di adottare una linea comune per i rincari perché sarà complicato anche per i romani». Rincari che sono già evidenti e che da settembre interesseranno l’intero settore della ristorazione. Il caffè al bar aumenterà da 10 a 20 centesimi, i primi costeranno fino a 2,50 euro in più, anche la pizza arriverà a 1,50 euro in più.

Per il consumo nei bar o nei ristoranti all’esterno sulle pedane, «l’idea dunque, è quella di chiedere al cliente una quota fissa per l’esterno tra i 2 e i 4 euro». Questo perché «Ormai, dopo il Covid, la preferenza è di consumare il pasto all’esterno, sulle pedane che riscaldiamo con le bombole e illuminiamo con le lampade alogene. Il costo è passato da 5 a 20 euro a scorta: anche in questo caso, un’impennata a cui dobbiamo fare fronte.»