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E’ Covid non infarto, torna a casa e muore. Procura apre indagine su decesso Lucia Chiarelli

Lucia Chiarelli

La procura di Cassino ha aperto un fascicolo di indagine, contro ignoti, sulla morte di Lucia Chiarelli avvenuta lo scorso 11 luglio a Formia dopo essere stata dimessa dall’ospedale Dono Svizzero di Formia con la diagnosi di “dolore toracico in paziente Covid positivo”. Il sostituto procuratore ha acquisito la documentazione e disposto l’autopsia sulla sulla salma, che dovrà quindi essere riesumata. Lo rende noto Studio3A che assiste i familiari della 68enne.

Sotto sequestro la documentazione clinica

“Il Sostituto Procuratore, tramite i carabinieri di Formia, – spiegano i legali – in questi giorni ha già acquisito e posto sotto sequestro tutta la documentazione clinica. Soprattutto, con avviso datato oggi, giovedì 28 luglio, come auspicato dai congiunti della vittima, ha disposto il fondamentale accertamento tecnico non ripetibile per chiarire le cause del decesso e quindi accertare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che l’hanno avuta in cura. Ossia l’autopsia sulla salma, che è già stata sepolta (ma non cremata) e che dovrà quindi essere riesumata”.

Disposta l’autopsia

L’incarico per effettuare l’esame medico legale sarà conferito domani, venerdì 29 luglio, alle ore 15.30, negli uffici della Procura di Cassino, al consulente tecnico dott. Francesco Nardoni. Alle operazioni peritali parteciperà anche il medico legale dott. Augusto Canali quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. A cui i congiunti della signora Chiarelli, attraverso l’Area manager Lazio e responsabile della sede di Roma Angelo Novelli, si sono rivolti per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, con la collaborazione dell’avv. penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Cortellessa. In sede di conferimento di incarico sarà deciso quando materialmente avrà luogo l’esame, considerato appunto che prima bisognerà procedere con la riesumazione.

La tragedia

La tragedia si è consumata nell’arco di tre ore. Lunedì mattina la signora Chiarelli, ha sentito un forte dolore che dal torace si irradia al braccio sinistro. Preoccupata per un possibile infarto in corso si è fatta accompagnare dal marito al pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia, dove è giunta alle 7.58. I medici l’hanno sottoposta agli esami ematochimici, da cui non sarebbe emerso nulla di preoccupante, a una radiografia al torace e, da prassi, al tampone naso faringeo Covid 19, risultato positivo: elemento che avrebbe segnato il destino della paziente.

“I dottori, infatti, – affermano i querelanti – hanno ricollegato il dolore al coronavirus, non indagando oltre sulla sua possibile natura cardiaca”, e alle 9.27 l’hanno dimessa con la diagnosi “dolore torace in Covid positiva”, le hanno prescritto la classica terapia farmacologia in caso di contagio (Fluimucil e Toradol) e le hanno imposto l’isolamento fiduciario domiciliare. La coppia è quindi torna a casa, il marito è andato in farmacia per acquistare i farmaci prescritti, ma ha fatto appena a tempo a rientrare e somministrare alla moglie le prime gocce di uno dei medicinali, che quest’ultima è crollata esanime a terra. Immediato l’allarme al 118, sono accorsi gli operatori dello stesso pronto soccorso di Formia, che però al loro arrivo l’hanno trovata già priva di battito cardiaco e respiro: hanno tentano di rianimarla con tutte manovre possibili, ma invano. Alle 11.31 è stato constatato il decesso di Lucia Chiarelli.

Il coniuge e i figli, si sono così rivolti alla sede di Roma di Studio3A-Valore S.p.A., che ha subito acquisito tutta la documentazione clinica disponibile per valutare il caso con i suoi esperti, e sabato 23 luglio è stata presentata una denuncia querela presso i carabinieri di Formia.