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Expo 2030, la crisi di governo mette a rischio la candidatura di Roma

Con vari problemi all’orizzonte, la perdita di una figura come Mario Draghi potrebbe compromettere quelli che fino ad ora venivano considerati successi.

Il progetto di far atterrare l’Esposizione universale nella Capitale nel 2030 è a rischio di fronte alla crisi di governo che caratterizza questi giorni. Una crisi che va ad aggiungersi allo stato pietoso in cui riversa Roma e che già di per sé indeboliva la candidatura.

Con vari problemi all’orizzonte, la perdita di una figura come Mario Draghi potrebbe compromettere quelli che fino ad ora venivano considerati successi. Infatti Roma, in rappresentanza dell’Italia, stava raccogliendo varie simpatie e consensi tra i 170 Paesi che il prossimo anno dovranno assegnare l’organizzazione dell’Esposizione 2030.

Il 7 settembre sarà il termine ultimo per presentare i progetti. Gli impegni sono tanti e lo sforzo è comune, ma il tutto potrebbe essere reso vano da due punti deboli. Per prima cosa c’è l’uscita di scena di Mario Draghi e al secondo posto c’è lo stato in cui versa Roma. Per quanto riguarda il secondo, il sindaco di Roma rassicura che «entro una settimana l’emergenza sarà superata.» per il primo invece, il sindaco è tra i primi cittadini che hanno firmato una lettera con la quale chiedono che il Paese abbia una propria stabilità. Con questo in realtà chiedono che gli enti locali operino in pressing su Mario Draghi affinché resti al suo posto.

“È importante che si eviti una crisi che sarebbe negativa per il Paese –  ha commentato qualche giorno fa Gualtieri di fronte al Campidoglio – e che si prosegua con il lavoro molto positivo che il presidente Draghi e il suo Governo sta svolgendo. Siamo in una fase decisiva in un passaggio di attuazione del Pnrr.”