Nel Lazio non piove da troppo tempo ormai e dal 22 giugno è stato proclamato lo stato di calamità naturale per l’intero territorio fino alla data del 30 novembre. Di fronte a questa grave crisi idrica dovuta all’assenza di precipitazioni meteorologiche, l’agricoltura fa difficoltà sia a produrre quanto avrebbe sperato sia ad offrire un prodotto di qualità. Per le temperature troppo alte e per le piogge troppo scarse, quello a cui si sta assistendo è la produzione come quella del grano diminuita del 30%.
A Roma dall’inizio dell’anno sono caduti 137 millimetri di pioggia rispetto ai 357 millimetri di media degli ultimi 16 anni. «Il settore è in grave difficoltà» dice Riccardo Milozzi, vice presidente del Consorzio di Bonifica e rappresentante della Confederazione Italiana Agricoltori, si è di fronte ad un record negativo che con più del 50% di precipitazioni in meno vede i canali idrici del Lazio e le falde sempre più prosciugati.
Già stremati da un inverno secco, gli agricoltori e gli allevatori purtroppo possono solo che aspettare e sperare che piova. Salvare il salvabile e tutelare gli animali sembra essere l’obiettivo del momento.