Home NOTIZIE ATTUALITÀ Al Sant’Alessio l’evento sulla tiflo informatica, Organtini: “Vogliamo cambiare cultura sulla disabilità”

Al Sant’Alessio l’evento sulla tiflo informatica, Organtini: “Vogliamo cambiare cultura sulla disabilità”

Un orologio che risponde a qualsiasi domanda, anche alle più semplici, ma non per questo scontate per un cieco. “Dove sono?”, e l’apparecchio dà l’esatta posizione, aumentando il senso di sicurezza dell’utilizzatore. Ma non solo: ci sono apparecchi, simili a lampade, che zoomano sullo schermo del pc senza perdere qualità e allo stesso tempo riproducono in maniera orale il testo di un sito o di un libro. Sono device che permettono ai disabili, e in questo caso nello specifico ai disabili visivi, di utilizzare comuni strumenti tecnologici, come pc e smartphone.
In questo senso presso la sede romana dell’ASP Sant’Alessio (viale C.T. Odescalchi, 38), si è svolto l’evento ‘Tecnoland, quando la tecnologia diventa ausilio’, dove la tiflo informatica è stata la protagonista assoluta. L’argomento è stato dibattuto da alcuni esperti del settore come Marisa Bruno, specialista in oculistica, Marco Gregnanin, fondatore Itex, Marcello Iometti, Centro di produzione tiflotecnica dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e Carmen Pirro, psicopedagogista e tifloinformatica. Modera il direttore generale del Sant’Alessio Mds Antonio Organtini.
Nel giardino dell’istituto, invece, è stato possibile visitare gli stand che hanno ospitato i prodotti più innovativi che la tecnologia odierna può offrire alle persone con disabilità visiva. Tra le aziende presenti c’erano Mediavoice, Itop, Ottica Moriero, Tifcom, Itex, il centro di promozione di U.I.C.I. Roma e l’azienda dell’enologo Gianluca Boccoli.
Sul tema della tecnologia si è espresso l’avvocato Antonio Organtini – direttore generale dell’ASP S. Alessio: “La sessione si è conclusa con questa sfida, tra chi è a favore e chi è contro la tecnologia, ecco perché abbiamo giocato con le parole ‘in-contro la tecnologia’ – ha detto a Radio Roma – Perché, di fatto, non sempre noi mettiamo le persone al centro e rischiamo talvolta di essere succubi, e dimentichiamo che dovremmo avere una visione antropocentrica. La persona è centrale e allora è la persona che usa la tecnologia. Se invece siamo utilizzati, perdiamo quell’autodeterminazione e questo per i disabili è un grande limite. Spesso noi non abbiamo possibilità di scelta, perché proprio in quanto ci riconoscono come coloro che hanno quid minoris, allora ci propinano qualcosa. Noi invece vorremmo cambiare questo: rimettere al centro la persona e la sua capacità di conoscere e poi scegliere in suo ausilio in base a quelle che sono le sue esigenze personali”.
Sulla capacità del Sant’Alessio di diffondere e aggregare realtà relative alla tiflo informatica Organtini ha spiegato: “Il Sant’Alessio, che si è trasformata anche in un’azienda di servizi e non ha più quella visione un po’ ghettizzante del vecchio istituto, vuole cambiare cultura sulla disabilità, cioè l’abilitazione alla riabilitazione, che sono modalità per acquisire conoscenze per essere autonomi e inclusi nella società. Quindi quale migliore opportunità della tecnologia, legata soprattutto alla tiflo informatica, dove questo prefisso ‘tiflos’ è un neologismo che lega l’informatica utilizzata dai ciechi. Però sono solamente dei device che ci consentono di utilizzare quelli che sono i comuni strumenti di autonomia. Non dobbiamo immaginare che la tecnologia ci cambierà la vita, però il fatto di sentirsi sicuri, anche solo di sapere dove siamo attraverso la richiesta ad un orologio elettronico, è tanto”, ha concluso il direttore generale del Sant’Alessio.