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Siccità, è sempre peggio: il Tevere e i laghi in secca, senza piogge tra dieci giorni l’acqua sarà razionata

Non piove da quasi un mese e se dovesse continuare così, entro i prossimi dieci giorni si penserà ad un razionamento dell’acqua. Roma e il Lazio stanno soffrendo.

162 mm di pioggia caduta mentre lo scorso anno il numero era più del doppio. Non piove da quasi un mese e se dovesse continuare così, entro i prossimi dieci giorni si penserà ad un razionamento dell’acqua. Roma e il Lazio stanno soffrendo. Basti guardare ai fiumi romani più bassi di oltre un metro rispetto allo scorso anno. Anche i laghi dei Castelli hanno raggiunto i minimi storici o ancora il lago di Bracciano, riserva idrica di Roma, è più basso di mezzo metro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Se si dovesse procedere al razionamento dell’acqua, allora si comincerà dal diminuire la potenza e a soffrire sarà chi si troverà lontano da dove parte la pressione. Per non parlare poi dell’agricoltura che sarà il primo settore ad essere colpito da questo provvedimento.
Al momento c’è un problema che però rende più preoccupante la situazione: le falde acquifere che alimentavano i laghi adesso vengono alimentate dagli stessi, cosa che prima in realtà rappresentava la ricarica degli specchi lacustri.

Cosa fare quindi di fronte a questa situazione descritta come “catastrofica”? Una soluzione c’è e la descrive Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi, associazione nazionale dei consorzi di bonifica. Si chiama “piano laghetti”, ossia costruire dei bacini scavati nel terreno che servirebbero a convogliare l’acqua piovana e che verrebbero costruiti ad altezze differenti in modo tale da creare energia idroelettrica tramite il sistema di caduta delle acque e durante la notte con un sistema di pompe l’acqua verrebbe riportata in alto per far ripartire il processo l’indomani. Questa soluzione è stata proposta al Governo e di cui adesso si aspetta una risposta.