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Roma, crescono i mucchi di rifiuti ma i tecnici avvertono: Santa Palomba non può ospitare il termovalorizzatore

Molte sono le perplessità che girano attorno alla scelta di collocare il termovalorizzatore nell’area di Santa Palomba, un’area che secondo alcuni, non sarebbe adeguata.

Non è un caso che siano circa 1.500 le persone che hanno fatto ricorso per chiedere un taglio della tassa sui rifiuti, un taglio che arriva fino all’80% in meno perché al pagamento non corrisponde un dovuto servizio. L’immondizia sta piano piano facendosi strada in tutte le vie di Roma, così come anche il cattivo odore che entra dalle finestre portando con sé un’aria irrespirabile.

I ricorsi di certo non si fermeranno qui perché andando verso la stagione estiva la situazione non potrà che peggiorare. Soprattutto in zone come nei quartieri da Settebagni a Prati dove i cassonetti sono stracolmi anche di fronte alle scuole o come nel quadrante nord-est, da Monte Sacro al Tiburtino, dove chi ci abita deve fare lunghe passeggiate prima di trovare un cassonetto disponibile. «Se dalla carenza del servizio deriva anche un danno per la salute e l’ambiente, è giusto chiedere il taglio della tariffa» spiega l’avvocato Claudio Cricenti, dell’ufficio legale del Codacons.

Nel frattempo, oltre a questi ricorsi che già di per sé hanno un forte valore sociale, anche dal Comune non arrivano segnali rassicuranti su questa tematica. Molte sono le perplessità che girano attorno alla scelta di collocare il termovalorizzatore nell’area di Santa Palomba e il Fosso di Santa Procula. L’area in questione, secondo alcuni, non sarebbe adeguata perché troppo piccola per ospitare il mega impianto in grado di smaltire 600 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Questo significherebbe avere un’area più grande rispetto a quella disponibile e implicherebbe di certo costi aggiuntivi a quelli previsti e una trattativa molto più complessa di quella in atto.