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Roma, al Verano svastiche sulla lapide di Alfredino Rampi. Pochi controlli e telecamere

Undici vergognose svastiche a sfregiare la tomba di Alfredino Rampi, al Verano. È la sconcertante scoperta che la madre del bambino, inghiottito fatalmente da un pozzo quarant’anni fa, ha denunciato alla Rai. Uno scempio incommentabile ai danni di una vittima della tragedia che aveva unito un Paese nelle speranze di una salvezza, purtroppo vane. Decise le condanne da parte dell’assessore regionale Alessio D’Amato e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, così come dell’opposizione capitolina. Ma in tanti, a partire dalla famiglia Rampi, si chiedono come sia stato possibile compiere un gesto del genere, in modo indisturbato. La madre di Alfredino, scossa per l’oltraggio subito, ha saputo dagli investigatori che sarà difficile risalire ai responsabili. Troppo grande il cimitero e troppo poche le telecamere di sorveglianza, specie in quella zona. Qualche ora prima, alla Garbatella, era stato inaugurato un murale per Alfredino e si teme che sia stato questo gesto a provocare le intenzioni di un folle. Ma con controlli così carenti, la famiglia teme che possano verificarsi nuovi atti del genere. E che neanche al cimitero, un simbolo come Alfredino Rampi possa essere lasciato riposare in pace.