Il caldo anticipato e le piogge poco frequenti o addirittura assenti da mesi stanno causando dei danni che sarà difficile recuperare. Il livello del Tevere, mai così basso negli ultimi due anni, sta calando a vista d’occhio, tanto da scoprire rocce e rifiuti che sono sul fondale delle sponde del fiume.
Ma purtroppo non si tratta di un problema che riguarda un solo fiume, ma anche tutti i corsi e gli specchi d’acqua presenti nella regione. Nel bollettino informativo redatto dall’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale si legge che “l’eventuale accadimento di precipitazioni ‘nella norma’ per il periodo primaverile ed estivo non sarebbero comunque sufficienti per recuperare il deficit accumulato”. Si tratta quindi di un serio problema di siccità che sta raggiungendo picchi come quelli registrati nel 2017, l’anno più secco negli ultimi due secoli. Le conseguenze sono tante: dalla poca disponibilità di acqua per usi civici, agricoli e industriali alla biodiversità, che risentirà e sta già risentendo della perdita dell’equilibrio degli ecosistemi.
Si provano a dare soluzioni, tra cui quella di piantare più alberi in modo da trattenere l’umidità e rallentare così l’evaporazione, ma sono soluzioni a lungo termine e volte al futuro. Adesso invece bisogna fronteggiare una siccità che da qualche mese ormai inizia a far vedere i suoi effetti.
