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Finale Conference League, Mourinho vuole fare la storia

I ‘se’ non gli piacciono, lo ha fatto capire chiaramente. Ma se -appunto – stasera la Roma dovesse trovare un risultato positivo, Mourinho diventerebbe l’unico allenatore a vincere quattro trofei internazionali con quattro squadre diverse. E sarebbe il primo, per ovvi motivi, ad alzare al cielo la Conference League.

Il 90 minuti l’allenatore portoghese si gioca tanto, anche se ha tenuto a precisare che “comunque vada per me è una stagione positiva”. È un Mourinho più calmo e pacato, meno estroso, quello visto nella conferenza di ieri sera a Tirana: “È una finale. Fino a domani nella mia testa non c’è assolutamente niente altro. È il mio modo di essere. L’esperienza non aiuta, pensavo potesse invece no. Il mio modo di essere e di viverla 20 anni dopo non cambia. Se mi vedete più serio è per il mio modo di prepararmi per la partita”.

La Roma si aggrappa al carisma e all’esperienza del suo allenatore, ma per Mou, una partita come questa, si vince in altri modi: “Le finali sono spesso l’ultima partita della stagione. Quando ci arrivi, il lavoro è fatto. Non c’è niente da fare in questi ultimi due, tre giorni. La leadership non si può mettere sul tavolo, non può produrre un effetto per due giorni. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori, cerchiamo di leggere la partita, ma il lavoro è fatto. E quando arrivi in finale devi solo essere felice e giocarla con l’atteggiamento giusto”.

Sulla scaramanzia: “No, io devo essere delle poche persone non scaramantiche. Io litigo con chi è scaramantico, non mi piace. Se qualche volta la Roma ha perso qualche finale con gente davanti allo schermo la colpa non è loro. Mi hanno chiesto con quale maglia giochiamo, con quella di questa stagione o con la prossima? Ho detto: non voglio saperlo, per me è esattamente uguale”.

Sulla crescita di Zawlwski: “Zalewski lo scorso anno giocava in primavera. Gli ultimi sei mesi sono stati molto importanti per lui. La posizione? Lui può fare tutto. Penso che quando hai 20 anni e hai una chance di giocare, la posizione non conti, tu devi solo giocare. Ha una buona mentalità, è un buon calciatore”, ha concluso Mourinho.