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Calcio, Roma, finale Conference: dubbio Mkhitaryan

Mourinho esalta i tifosi
Mourinho esalta i tifosi

L’avvicinamento alla finale di Conference League da parte della Roma di José Mourinho passa, come è inevitabile che sia, da tutta una serie di stati d’animo e di auspici, ma anche di prevenzioni e precauzioni tecnico-tattiche (e anche mediatiche) che rientrano nell’inevitabile gioco delle parti, e nella straordinaria importanza di un appuntamento che definire storico è pleonastico.

Roma, finale di Conference: dubbi e auspici

Stiamo infatti parlando di una finale di coppa europea che alla Roma manca da 31 anni, senza considerare i successi europei, a dir poco scarni, palmares alla mano. Anche a livello di titoli in quanto tali i giallorossi sono all’asciutto da un pezzo: ultimi trofei, targati Spalletti (prima versione): troppo tempo per non dare un valore simbolico a questa finale di Conference.

Lo specialista Josè Mourinho ci arriva dall’alto della sua vasta esperienza di titoli vinti a tutto tondo, ma anche con la consapevolezza di dover fare i conti con la contingenza e con le difficoltà del momento: in primis, la stanchezza di una rosa che ha giocato tanto, tantissimo, arrivando all’ultima di campionato contro il Torino con tutto il carico di una necessità di vittoria (se fosse mancata, la Roma non si sarebbe qualificata in Europa League) che ne ha dato un sapore di ‘finale’ prima della finale.

E poi ci sono i problemi di formazione, i dubbi. Oltre agli acciaccati Smalling, Zaniolo e Karsdorp (gli ultimi due però hanno giocato spiccioli di gara contro il Torino venerdì), vi è il dubbio Mkhitaryan. L’armeno, perno focale del gioco in mediana di Mou, è decisamente a rischio.

Mkhitaryan sì o no, il grande dubbio di Mou

Ce la farà a giocare, o magari a essere presente in panchina?  A Trigoria serpeggiano dubbi, e di certo non avanzano spifferi per poter sbrogliare la matassa, ma questo è e resta comunque il grande interrogativo da quando contro il Leicester, Mkhitaryan chiese la sostituzione.

Per la sfida contro il Feyenoord, il recupero dell’armeno dunque è un puzzle. Mourinho e il suo gruppo di lavoro da settimane stanno provando a centrare l’obiettivo del recupero del giocatore tra terapie e lavoro personalizzato. Qualche segnale positivo sembra trapelare ma, ad oggi, l’ipotesi più realistica è quella di un parziale recupero, almeno per la panchina, con la chance di un utilizzo del calciatore magari in corso d’opera.

Il vero dubbio è chi prenderà il suo posto. Mourinho dovrà scegliere il suo sostituto. Sergio Oliveira e Veretout sono naturalmente i due indiziati, ma molto dipenderà dal tipo di gara che lo Special One intenderà approntare, almeno in avvio.