Home NOTIZIE ATTUALITÀ Roma, è ancora caos cremazioni: attese interminabili, pochi forni e tanta burocrazia

Roma, è ancora caos cremazioni: attese interminabili, pochi forni e tanta burocrazia

L’eterno riposo può attendere a Roma, un diritto diventato procrastinabile per un mese o anche di più. È la fotografia beffa di una situazione, quella dei servizi funerari della Capitale, diventata cronicamente deficitaria negli ultimi anni. Si stima, ad esempio, che al cimitero Flaminio vi siano in attesa di cremazione tra le mille e le 1300 salme: in media c’è da aspettare un mese, più altri 25-30 giorni per tumulare le ceneri. Negli ultimi due anni, quelli della pandemia, i servizi cimiteriali sono stati spesso nell’occhio del ciclone, dimostrando una palese insufficienza di fronte all’emergenza sanitaria. Ma la crisi del sistema viene da lontano, dovuta al moltiplicarsi del numero di richieste di cremazioni nella Capitale, aumentato di quattro volte rispetto a 20 anni fa. In questo tempo, strutture e servizi non sono però cresciute di pari passo. Fra i problemi sicuramente i pochi forni disponibili, e le incredibili lungaggini burocratiche che derivano dal contratto tra Ama e Campidoglio. Le strutture del Flaminio, poi, sono da un anno in manutenzione e lavorano a mezzo servizio. Senza dimenticare infine la beffa, ovvero la tassa di 218 euro per le cremazioni fuori impianto, spesso l’unica soluzione per chi è costretto ad andare fuori città. Il balzello è in via di cancellazione, ma ancora non approvato pur vedendo d’accordo tutte le parti. Un provvedimento che, da solo, aiuterebbe sicuramente a migliorare la situazione riducendo le ormai proverbiali attese.