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Rifiuti, la discarica di Albano resta sotto sequestro. A Roma spazzatura in strada in più zone

NUOVI CESTINI RIFIUTI AMA

La discarica di Albano laziale resta chiusa. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Roma respingendo per un vizio procedurale il ricorso di Ecoambiente, società titolare dell’invaso. La Capitale dovrà fare ancora a meno del catino che accoglieva 1000 tonnellate di rifiuti indifferenziati a settimana. Che da alcune settimane faticano ad essere smaltite.

La chiusura della discarica risale a metà marzo, quando il Tribunale di Velletri ha disposto il provvedimento per l’assenza di una fideiussione a garanzia delle operazioni post mortem. A nulla è servito finora il ricorso della società titolare dell’invaso. Che proverà comunque a ribaltare la sentenza in Cassazione.

I tempi per un’eventuale riapertura sembrano comunque destinati ad allungarsi, e nel frattempo Roma fa i conti con nuove difficoltà nella raccolta dei rifiuti. Le prime avvisaglie sono arrivate già la settimana scorsa: cassonetti strapieni e sacchetti in strada sono stati avvistati nei municipi più popolosi. E la stessa situazione si è assistita nelle ultime ore.

Non ancora una vera e propria emergenza rifiuti, ma un campanello d’allarme a cui Comune e Regione hanno risposto aumentando i conferimenti negli altri impianti di privati con contratti attivi. Il quantitativo delle esportazioni è raddoppiato all’estero, passando dalle 50mila alle 100mila tonnellate conferite in Olanda, e aumentato negli impianti in Emilia e Lombardia. Intanto il Comune ha convocato per il 21 aprile un Consiglio comunale straordinario: il tema principale sarà proprio il piano rifiuti che Gualtieri ha in programma per Roma.