Home NOTIZIE ATTUALITÀ Omicidio Ivan Colonna, tensione in Corsica. Tomasi a Radio Roma: “Ora l’autonomia”

Omicidio Ivan Colonna, tensione in Corsica. Tomasi a Radio Roma: “Ora l’autonomia”

“La morte di Ivan Colonna ha aperto e evidenziato la profonda frattura che c’è tra Corsica e Francia: nel giorno dei funerali mentre in tutta l’isola c’erano i negozi chiusi per lutto e le chiese aperte per celebrare messe di suffragio, a Bastia abbiamo visto i poliziotti francesi festeggiare. Ora, dopo le proteste di piazza dei giorni scorsi, è tempo di pretendere che sia fatta giustizia e riaprire il dialogo politico per riconoscere l’autonomia del popolo corso”. Così Petru Antone Tomasi, ex capogruppo parlamentare e attualmente attivista di “Corsica Libera”, ai microfoni di Radio Roma ha commentato le tensioni sociali e i possibili sviluppi dopo l’omicidio di Yvan Colonna, ex militante indipendentista corso morto lo scorso 21 marzo a seguito di un pestaggio avvenuto nel carcere di Marsiglia dove stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio del prefetto Claude Érignac, avvenuto il 6 febbraio 1998 ad Ajaccio.
Ospite di “Primo Mattino”, il programma di informazione condotto da Andrea Candelaresi, l’esponente del partito politico francese con base in Corsica impegnato nella lotta per l’autonomia corsa, ha ricostruito il contesto in cui è esplosa la rabbia popolare anticipando le possibili ripercussioni future: “Quando da Marsiglia è arrivata la salma di Yvan Colonna – spiega Petru Antone Tomasi – c’erano migliaia di persone con le bandiere corse ad aspettarlo: questo venerdì in Corsica i negozi sono rimasti chiusi e le chiese aperte per celebrare le messe in sua memoria, le bandiere sui municipi erano a mezz’asta. Credo che questo fatto abbia evidenziato la frattura nel modo di percepire tali avvenimenti tra Corsica e Francia. In Francia la maggior parte delle persone non ha capito questa comunione, vedendo solo un omaggio ad un uomo condannato tre volte per la morte di un prefetto”.
Per l’indipendentista corso, quanto avvenuto in quelle ore ha contribuito a evidenziare tensioni e divisioni in realtà mai sopite: “Nello stesso momento dei funerali – dice Tomasi – dei poliziotti francesi stavano festeggiando per la sua morte vicino Bastia, un fatto indegno che ha prodotto mobilitazioni e proteste anche nelle ultime ore. In Corsica invece tale fatto è stato vissuto con rispetto, di fronte ad una morte percepita come un’ingiustizia per via delle condizioni che hanno portato all’omicidio in carcere: Yvan Colonna era stato infatti condannato dal sistema politico francese anche prima di essere giudicato colpevole e non aveva mai ricevuto un processo equo. Ora è tempo di concedere nuovamente spazio alla politica e di dar vita a nuove mobilitazioni per chiedere la verità su quello che è successo alla prigione di Arre, sulla liberazione di tutti i prigionieri politici corsi e, infine, per una trattativa politica intorno alla riconoscenza dell’autonomia del popolo corso e dei suoi diritti, ovvero poter parlare la propria lingua, di vivere e lavorare sulla propria terra e di decidere in modo libero del suo futuro”.