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Roma, ucciso sul monopattino contromano: il caso di via Trieste riaccende il dibattito sulla sicurezza

Patané: “Ora c’è bisogno di una regolamentazione, il monopattino dev’essere il mezzo dell’ultimo miglio, non per avventurarsi per chilometri sulle grandi strade”.

Attorno alla mezzanotte dello scorso 9 settembre un trentaquattrenne nigeriano è rimasto vittima di un incidente all’incrocio tra via Chiana e via Sebino mentre era sul monopattino. Si è scontrato con una Mini One che stava attraversando con il semaforo verde, mentre il monopattino avrebbe attraversato con il rosso. La velocità non era sostenuta, ma purtroppo l’uomo è volato a quasi cinque metri di distanza. L’impatto con l’asfalto è stato fatale, ma la possibilità di salvarsi sarebbe stata maggiore se avesse indossato le protezioni adeguate. Non aveva il casco, oltre al fatto che sembra che il trentaquattrenne sul monopattino avrebbe fatto una manovra azzardata percorrendo un tratto contromano.

L’atto che sembra scagionare il conducente, un diciannovenne indagato per omicidio stradale, è stato depositato da poco in Procura, ma immediatamente riaccende il dibattito sulla sicurezza di questi mezzi. 200 incidenti avvenuti con i monopattini, di cui cento feriti e quattro decessi solamente nel 2021. I dati dei vigili non lasciano posto ad alcun commento, ma richiedono un’impellente intervento della politica sulla regolamentazione dell’uso dei monopattini.

“Ora c’è bisogno di una regolamentazione, il monopattino dev’essere il mezzo dell’ultimo miglio, non per avventurarsi per chilometri sulle grandi strade” ha detto Eugenio Patané, assessore alla Mobilità di Gualtieri. Si sta lavorando sull’uso del casco, sui limiti di velocità, sul divieto di transito sulle strade di grande scorrimento e sui parcheggi attualmente selvaggi, questioni oggetto di uno scontro acceso in Commissione Mobilità a metà febbraio.

È questione di tempo, entro tre mesi dovrebbe arrivare la stretta grazie alla quale sarà necessario indossare il casco sui monopattini, ma dall’altro lato è anche necessario un cambiamento comportamentale da parte di chi usufruisce di questa alternativa all’auto privata.