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Roma, lo sport a rischio: 170 impianti rischiano di chiudere

Dopo due anni di pandemia ecco il caro bollette insostenibile: e così, lo sport rischia letteralmente di scomparire dalla Capitale. Il settore, che era già in difficoltà prima dell’arrivo del Covid, si trova adesso con l’acqua alla gola, strozzato dall’impossibilità di pagare utenze e debiti. Gesis Lazio, l’associazione di categoria, parla di 170 impianti sportivi che rischiano di chiudere fra palestre, piscine e campi sportivi. Fra questi, 119 sono quelli di proprietà comunale che in buona parte ha a che fare con concessionari morosi e inadempienti, per un ammanco di circa 4 milioni in canoni e quasi 23 milioni in rate di mutui non pagate. Il Campidoglio ha teso una mano ai gestori, chiedendo sostegno anche allo Stato per salvaguardare lo sport. Ma prima deve distinguere chi è in stato di difficoltà reale da chi invece fa il furbo, sanzionando e revocando le concessioni a chi si approfitta della situazione critica. Per ottobre dovrebbero essere sbloccati i fondi per lo sport, ma nel contempo le casse dovranno recuperare circa 20 milioni di euro. Senza dimenticare le spese: gli impianti, anche abbandonati, hanno costi fissi esorbitanti che vanno ad aggiungersi ai mancati introiti. Nella maggior parte dei casi, infine, le strutture hanno carenze funzionali: ecco perché senza investimenti importanti, lo sport capitolino potrebbe sparire.