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Ucraina, anche il Lazio si mobilita: ospedali allertati e volontariato in prima linea

Il Lazio risponde con un piano di allerta per tutti gli ospedali. D'Amato: «Dobbiamo essere pronti per curare i bambini feriti e mutilati in guerra»

Di fronte alla grande tragedia che ha sommerso l’Ucraina, il Lazio risponde con un piano di allerta per tutti gli ospedali. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha messo in guardia i principali presidi pediatrici del Lazio. Curare i bambini feriti e i mutilati di guerra diventa adesso la priorità, anche se non ci si dimentica dell’emergenza pandemica. «Dobbiamo essere pronti – ha detto D’Amato – per curare i bambini feriti e mutilati in guerra».

Di fatto parlando di Covid solamente un terzo della popolazione ucraina ha portato a conclusione il ciclo vaccinale e questo comporta un’allerta dal punto di vista dei contagi nel Lazio. In più, l’Oms ha evidenziato l’aggiungersi si un ulteriore problema, ovvero i primi casi di poliomielite. A maggior ragione, di fronte a numeri quali i 20mila profughi previsti dall’Ucraina in Italia che molto probabilmente continuerà a crescere, nel Lazio si disporranno una decina di alberghi che potranno ospitare le famiglie, si attiveranno anche le varie associazioni e cooperative per assicurare un servizio di mediazione linguistica-culturale. La protezione civile nazionale e quelle territoriali stanno già pensando a come assistere chi arriverà in Italia e quindi anche nel Lazio.

«Faremo tutti i controlli – aggiunge D’Amato – ma chi arriva a Roma, e non è vaccinato, se vuole può farsi inoculare senza alcuna prenotazione. Basterà andare nei centri vicini alle stazioni dei bus, penso a quello di Ostiense. Da parte nostra c’è la massima disponibilità. Ma secondo me è un problema secondario, rispetto a quello che dovremo affrontare».

Gli ospedali che anche nei tempi precedenti hanno accolto i profughi afghani dopo la caduta del Paese nelle mani dei talebani, accoglieranno anche chi arriva dall’Ucraina. Il Bambino Gesù, il Gemelli, il Policlinico Umberto I e il Cto si preparano quindi a fornire gli aiuti necessari. Per la questione pandemica, si è pensato di predisporre presidi per fare i tamponi alle stazioni dei pullman, in aeroporto e vicino ai caselli autostradali per chi non avesse concluso il percorso vaccinale. Alessio D’Amato d’altronde parla di massima disponibilità e nel frattempo aspetta le indicazioni del governo su come comportarsi.